Cronaca

Carcere di Verona: cinque suicidi in quattro mesi

La drammaticità della situazione carceraria in Italia è ben nota da tempo. Ultimamente gli eventi tragici si susseguono con una intensità ormai fuori controllo e il carcere veronese di Montorio non fa eccezione. L’ultimo suicidio riguarda un detenuto ucraino di 38 anni che si è tolto la vita nella serata di sabato 3 febbraio impiccandosi nella sezione dell’infermeria.

La presa di posizione dell’Amministrazione comunale contribuisce a tenere alta l’attenzione ma i risultati sono purtroppo poco effettivi vista la mancanza degli strumenti per interventi concreti. Le questioni aperte sono molteplici: sovraffollamento, scarsi o nulli momenti di attività, possibilità di lavorare solo per pochi, scarsità di personale sia di sorveglianza che di supporto medico, psicologico e sociale. A tutto questo il Ministero non ha dato risposte, anzi l’attenzione viene sempre distolta a favore di argomenti meno significativi. 

“Riguardo al carcere di Montorio possiamo dire che in momenti di maggior sovraffollamento mai si erano verificati episodi della gravità di quelli degli ultimi mesi; – sottolineano Elisa Preciso, Enrico Migliaccio e Marina del Direttivo di Più Europa Verona – qualcosa non funziona più o funziona peggio che in passato. Urge un intervento di alleggerimento della pressione, un miglioramento delle condizioni generali e l’applicazione in misura più ampia delle alternative alla pena detentiva, onde poter realmente perseguire le finalità costituzionali della pena, che sempre deve tendere alla redenzione attraverso un percorso di espiazione e rieducazione, per arrivare al reinserimento sociale”.

“Undifficile clima interno alle sezioni che certamente non fa bene ai lavoratori, sempre sotto tensione, con elevati indici di stress psicofisico aggravato dalla carenza cronica di circa 70 unità di personale di Polizia Penitenziaria e da un’insufficiente presenza di personale medico, paramenico e specialistico dell’Area Sanità Penitenziaria con particolare riguardo al numero esiguo di ore destinate agli specialisti in Psichiatria e psicologia”, è quello che denuncia il Segretario generale Fp Cgil Verona Antonio De Pasquale. “Un clima che certamente non aiuta i soggetti detenuti più fragili tanto che con l’ultimo suicidio di ieri si è arrivati a 5 suicidi in 3 mesi appena. Numeri senza precedenti per la storia del carcere veronese ma ci risulta per l’intera nazione”.

In seguito al nuovo suicidio avvenuto nella casa circondariale di Montorio, l’associazione Verona Radicale ha indetto per giovedì 8 febbraio, dalle ore 17:00, un presidio davanti al carcere veronese per riaccendere un faro sul dramma della situazione carceraria italiana e richiamare il governo sulla necessità di misure urgenti.

Sono aperte le adesioni a tutte le realtà che si riconoscono nelle parole pronunciate dal Presidente della Repubblica al suo insediamento: “Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti”.

“La situazione delle carceri italiane non è accettabile per uno Stato di diritto», affermano Marco VincenziFabio Fraccaroli Laura Parotto di Verona Radicale. «Sul sovraffollamento pesano il ricorso eccessivo alla custodia cautelare, sopra la media europea, nonché le varie leggi repressive emanate negli anni che hanno creato picchi incarcerazione, come la Fini-Giovanardi in materia di sostanze stupefacenti o la Bossi-Fini sull’immigrazione. Basti pensare che, dei 56.196 detenuti presenti nelle carceri a fine 2022, oltre 19 mila, uno su tre, erano persone alle prese con una condanna ai sensi del Testo Unico sulle Droghe“.

L’amministrazione comunale di Verona non sta certo a guardare. Il sindaco, la giunta e l’amministrazione tutta  hanno espresso il loro cordoglio per il dramma, il sostegno al  garante per le persone con restrizione della libertà, don Carlo Vinco, e a quanti vivono e lavorano nella Casa Circondariale di Montorio.

“Dopo questo triste giorno proseguirà ancora più  incessante il lavoro di sensibilizzazione e approfondimento dei temi riguardanti la vita in carcere sin qui svolto con l’istituzione del tavolo tecnico tra assessorati, terzo settore e direzione del carcere, convocazione di commissioni consiliari, incontri con le associazioni che operano nel carcere, oltre che contatti con le massime autorità preposte recentemente invitate e attese per un confronto a Verona”, dichiarano gli assessori Luisa Ceni, Italo Sandrini e Stefania Zivelonghi, che hanno avviato il tavolo tecnico nei mesi scorsi.

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button