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CGIL, CISL e UIL danno l’ultimo saluto a Tarcisio Benedetti, “tipografo della democrazia”

Tra il 1988 e il 1992 Benedetti fu protagonista di una missione di cooperazione internazionale

Forse non sei riuscito a salvare il mondo o a cambiarlo come avresti voluto, ma con il tuo lavoro hai riportato giustizia e speranza in un Paese dalle nobili tradizioni oppresso da una delle più sanguinarie dittature del Novecento, il Cile di Pinochet, contribuendo a riaprirgli la strada verso la democrazia. Per questo, e per ciò che la tua persona ha dato a tutti a noi, rimarrai l’orgoglio dei democratici e del sindacalismo veronese, veneto e italiano”.

Questo l’ultimo messaggio che Cgil Cisl e Uil Verona inviano a Tarcisio Benedetti, classe 1947, nativo di San Pietro Incariano, venuto a mancare il 4 marzo scorso a causa delle complicanze di una crisi cardiaca occorsa appena pochi giorni prima la presentazione veronese del libro autobiografico “Alborada, la tipografia della Libertà” che ne racconta la storia straordinaria. I funerali si svolgeranno Lunedì 22 Marzo alle 10.00 alla pieve di San Floriano. Causa Covid la partecipazione in presenza è riservata ai soli parenti stretti ma sarà disponibile lo streaming in diretta sul canale Youtube  “Live streaming di Parrocchia San Floriano”  http://bit.ly/s-floriano.

Tra il 1988 e il 1992 Benedetti fu protagonista di una missione di cooperazione internazionale finanziata dalla Cisl che allestí in Cile una delle più grandi tipografie del Sudamerica, la Alborada appunto, che ben presto divenne il punto di riferimento dell’intera opposizione democratica cilena grazie alla stampa di testate come “Fortín Mapocho” (in origine un giornale degli ambulanti) e “La Epoca” (il nuovo giornale voluto dalla Dc cilena) risultati determinanti nel far perdere a Pinochet il plebiscito del 1988 che segnò di fatto la fine del suo regime.

Ma la storia personale di Benedetti comincia almeno 15 anni prima, al Seminario maggiore di Verona, dove assieme ad un gruppo di giovani seminaristi ispirati dalla Teologia della Liberazione e dal messaggio del Concilio Vaticano II cercava di diventar prete. “Partecipavamo a tutte le manifestazioni operaie, per la pace e la libertà dei popoli” ricorda Guerrino Zandonà, suo compagno di studi teologici e amico fraterno. “Volevamo diventare sacerdoti, ma il destino ci ha portato a fare altre scelte. Non potendo fare i preti operai – chiosa Zandonà – ci mettemmo a fare soltanto gli operai”. Benedetti entrò infatti in Mondadori dove imparò il mestiere e si unì al movimento sindacale.

Il primo suo impegno in Cile risale al periodo 1974-1978, quindi a partire da pochi mesi dal sanguinoso colpo di Stato di Pinochet del settembre 1973, nell’ambito di un programma di servizio civile internazionale, subito dopo l’approvazione di una legge che riconosceva l’obiezione di coscienza al servizio militare. Successivamente fu appunto individuato dall’Iscos, Istituto Sindacale per la Cooperazione, la ong della Cisl, per portare a compimento il progetto di sostegno all’opposizione democratica cilena. Benedetti installò una rotativa acquistata negli Stati Uniti e riattivó quella comperata da Pablo Neruda con i proventi del Premio Nobel. Un tipografo al servizio della Democrazia e della Libertà.

Ricevette l’encomio del primo presidente cileno Patricio Aylwin, di Franco Marini, allora segretario nazionale Cisl e dell’ambasciatore italiano in Cile. Oggi lascia una moglie e due figli che portano avanti la passione e lo spirito del padre impegnati in missioni internazionali con le Nazioni Unite e nella consulenza e formazione in Italia per realtà del terzo settore.

Dopo la pensione Tarcisio si era dedicato al volontariato nel sindacato dei pensionati Spi Cgil e alla Fiab Amici della Bicicletta. Sempre nell’ambito della Cgil aveva aderito ad un gruppo molto attivo chiamato Cile 2020 formato da ex volontari di cooperazione sociale internazionale in America Latina, giovani della Rete Studentesca, universitari di Udu, giornaliste di quotidiani nazionali, dirigenti sindacali e ovviamente cittadini cileni, tutti/e impegnate a comprendere gli avvenimenti di quel Paese, richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e provare ad influire positivamente sulle condizioni economiche e sociali della popolazione.

Cile 2020 abbraccia con affetto tutti i famigliari di Tarcisio e lo stesso sarà ricordato con la presentazione del suo amato libro nelle prossime settimane.

 

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