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Cologna Veneta: inaugurato il nuovo padiglione della Casa di Riposo Domenico Cardo

Mercoledì 30 giugno il taglio del nastro della nuova area

Un evento importante si è tenuto ieri, mercoledì 30 giugno, a Cologna Veneta dove, alla presenza del Presidente della Provincia di Verona nonché sindaco di quel paese, Manuel Scalzotto e di altre Autorità è stato inaugurato il nuovo padiglione della Casa di Riposo Domenico Cardo.
“Un evento importante – ha spiegato il dg dell’Ulss 9 Scaligera Pietro Girardi – principalmente per il fatto che quell’inaugurazione è una sorta di ripartenza. Una nuova spinta per una struttura che idealmente rappresenta anche le altre sul territorio, che ha patito in maniera forte quest’ultimo periodo. I fatti dimostrano però che nonostante tutto essa, come molte altre, ha saputo reagire programmando nuove attività”.
“Enti, quelli delle Case di Riposo e Centri Servizi (Verona vanta il primato regionale in termini numerici), che sono a pieno titolo inserite nel Piano Nazionale Ripresa e Resilenza (PNRR) e per i quali, se confermati, sono previsti ingenti investimenti e possibilità di sviluppo nelle attività. Da ultimo credo doveroso porgere pubblicamente i miei complimenti a tutto il personale che, come quello sanitario, è stato messo sotto pressione da questa pandemia e al quale stiamo offrendo supporto distaccando temporaneamente personale infermieristico dell’ULSS n. 9 Scaligera”, ha concluso il direttore generale.
Due mesi fa è iniziata anche la ristrutturazione del terzo piano dell’Ipab che sarà intitolata a Giorgio Fusaro, l’ex vicepresidente.
Il sindaco Manuel Scalzotto non ha potuto fare a meno di pensare all’«amico Giorgio», e così pure il presidente dell’Ipab Mario Facchetti, che ha condiviso con Fusaro quattro anni di amministrazione dell’ente.
Fusaro, morto lo scorso dicembre a soli 58 anni a causa di un tumore, era infatti vicepresidente della «Cardo» e una delle persone maggiormente impegnate nel progetto di rilancio, ristrutturazione e valorizzazione dell’Ipab.
Facchetti ha letto una lettera del governatore Luca Zaia, inviata per l’occasione.
Il nuovo padiglione, che occupa il lato nord dell’istituto per anziani, è stato realizzato tutto al piano terra, ha una forma quadrata, con un cortile al centro, come un antico chiostro. Le stanze a due posti letto sono state disposte tutte intorno allo spazio aperto centrale. Il nuovo padiglione sarà riservato a 18 ospiti non autosufficienti ed è servito, nel periodo Covid, all’isolamento temporaneo dei pazienti in quarantena.
Nelle intenzioni della direttrice Federica Boscaro dovrebbe diventare un’ala pronta ad accogliere i disabili adulti, ovvero le persone che, passati i 65 anni, non possono più accedere ai servizi riservati ai portatori di handicap.
«Compiuti i 65 anni, i disabili non sono più considerati tali, diventano semplicemente anziani, sebbene l’aspettativa di vita sia ancora elevata», ha spiegato Boscaro. «Per molti può essere un passaggio destabilizzante: noi vorremmo che in questo padiglione moderno ed accogliente essi potessero trovare una residenza pronta a soddisfare le loro necessità».
Anche Scalzotto ha posto l’accento sul «desiderio di bellezza, dopo un anno di difficoltà, sofferenze e lutti che, nel caso della Cardo, si abbina ad un’alta qualità dei servizi». «Il fatto di riuscire ad inaugurare finalmente la nuova ala della casa di riposo è un segnale positivo, una speranza concreta di ritorno alla normalità», ha osservato Facchetti.
Il direttore generale Girardi ha posto l’accento sulla «difficoltà a reperire personale sanitario, in particolare medici ed infermieri». Si è detto invece molto più fiducioso sui finanziamenti: «Sono in arrivo molti soldi, sia dal Governo che dall’Europa, dobbiamo tenere duro ancora per un po’».
L’intervento da 1,2 milioni di euro è stato realizzato dall’impresa «Atheste Costruzioni» di Este che ha costruito anche un locale per il deposito salme. Il progetto è stato redatto dall’architetto Stefano Mattiello che sta seguendo anche il miglioramento sismico e la ristrutturazione del terzo piano, iniziati due mesi fa.
Oltre alle nove stanze per gli ospiti, nella nuova ala sono stati ricavati una guardiola per gli infermieri, uno spogliatoio per gli operatori, bagni per i visitatori e per i dipendenti, un vuotatoio e un ampio bagno assistito. «Abbiamo posto molta attenzione all’impiantistica, con notevole risparmio energetico», ha illustrato Mattiello. «Il riscaldamento è a pavimento e tutte le unità esterne del condizionamento sono state poste in uno spazio sopraelevato non visibile per non intralciare l’area residenziale».
All’inaugurazione erano presenti anche il diacono Giuliano Rebusti e il parroco don Daniele Vencato, reduce da un ricovero di cinque mesi in ospedale per il Covid, che ha benedetto i nuovi spazi e ricordato «quanto importante sia il ruolo di chi assiste le persone inferme e sofferenti».

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