CronacaEventiLegnagoManifestazioniProvincia

“G. B. Cavalcaselle: una storia dimenticata”: i ragazzi delle medie alla scoperta dello storico d’arte che ha dato il nome alla loro scuola

I.C Legnago 2 si è aggiudicato i fondi messi a disposizione dalla Giunta Regionale del Veneto

La Giunta Regionale del Veneto, nell’ambito dei “Percorsi per lo sviluppo delle competenze degli alunni in materia di storia e cultura del Veneto” (DGR n. 1843 del 06/12/2019), ha individuato l’Istituto Comprensivo 02 Legnago come beneficiario dei fondi per il finanziamento del progetto “G. B. Cavalcaselle: una storia dimenticata”.

Sui trenta progetti presentati all’ufficio Scolastico Regionale di Venezia, di cui 12 hanno ottenuto finanziamento, quello della secondaria legnaghese si è “classificato” al quinto posto. Un progetto che si ripropone di far scoprire o riscoprire agli studenti e ai legnaghesi la figura di Giovanni Battista Cavalcaselle, storico d’arte legnaghese dalla quale prende il nome la scuola secondaria di primo grado del popoloso rione di Porto.

Un antico ritratto di Giovanni Battista Cavalcaselle

“Il progetto sul quale stiamo lavorando con i ragazzi – spiega Anna Tedesco, insegnante di musica e tra le curatrici dell’iniziativa – prenderà forma in tre diversi modi. Innanzitutto con i nostri studenti stiamo mettendo a punto uno spettacolo in maschera che racconta la vita del Cavalcaselle. Il nostro auspicio è di poter metterlo in scena davanti ai bambini di Quinta elementare a maggio. Attraverso questa rappresentazione daremo il benvenuto ai nostri prossimi studenti all’insegna della continuità scolastica”.

“Il secondo risultato tangibile – aggiunge la professoressa Tedesco – sarà la mostra che ci auguriamo di poter allestire al Torrione nel primo fine settimana di giugno. Una due giorni in cui esporremo alla cittadinanza i lavori dei nostri studenti, ovviamente inerenti alla vita di Cavalcaselle. Per l’inaugurazione di questa mostra i ragazzi, vestiti con i costumi dell’epoca, sfileranno da Porto e attraverseranno poi le vie del centro fino ad arrivare sul luogo della mostra”.

“Infine – conclude l’insegnante di musica – realizzeremo un depliant divulgativo per tutti gli abitanti di Legnago e Porto per spiegare chi fosse Cavalcaselle e perché meriti di essere conosciuto dai suoi concittadini dei giorni nostri. Ovviamente tutte queste iniziative sono condizionate dall’evolversi della Pandemia ma la nostra speranza, ovviamente, è quella di poter realizzare tutte queste iniziative in totale sicurezza. Inutile dire che la chiusura delle scuole in queste settimane abbia condizionato il nostro lavoro ma stiamo cercando di fare di necessità virtù continuando a lavorare su questo progetto anche a distanza”.

Questo progetto dedicato a Cavalcaselle, “un grande personaggio legnaghese da rivalutare” sottolinea Tedesco, ha visto impegnate le tre Terze medie della scuola Secondaria di primo grado G.B. Cavalcaselle coordinati da 5 insegnanti: Vincenza Gallitano, referente del progetto e insegnante di Francese; Tiziana Meola, insegnante di Arte e Immagine; Francesca Sartori, insegnante di tecnologia; Anna Tedesco e Demis Orlando insegnanti di musica.

“Un ringraziamento sincero lo dobbiamo a Romina Vinci, dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Verona, – spiega Tedesco – che ci ha aiutato dal punto di vista burocratico nella presentazione della domanda di partecipazione al bando. I fondi che abbiamo ottenuto sono serviti per l’acquisto di una batteria. Anche grazie a questo nuovo arrivo ci auguriamo di poter attivare dal prossimo anno scolastico l’indirizzo musica  nella nostra scuola”.

Giovanni Battista Cavalcaselle

Giovanni Battista Cavalcaselle (Legnago, 22 gennaio 1819 – Roma, 31 ottobre 1897) è stato uno scrittore, storico dell’arte e critico d’arte italiano.

Cavalcaselle studiò all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Partecipò alla Rivoluzione del 1848 e, condannato a morte in contumacia per questo dagli Austriaci, fuggì dal Lombardo-Veneto a Roma dove combatté per la libertà dell’Urbe, sotto la guida di Giuseppe Mazzini.

Quando crollò la Repubblica Romana fuggì dall’Italia e si rifugiò in Inghilterra, dove visse alcuni anni, occupandosi come disegnatore e restauratore, per poi riuscire a dedicarsi alla teoria e pratica della pittura italiana. Nel 1853, per la sua conoscenza di prima mano degli antichi maestri italiani, Charles Lock Eastlake lo insediò nel Select Committee della giovane National Gallery di Londra, allora nel pieno della campagna acquisti in tutta Europa.

Nel 1861, assieme al patriota Giovanni Morelli, ricevette dal Ministero della Pubblica istruzione l’incarico di Direttore generale redigere un catalogo delle opere d’arte di proprietà ecclesiastica nell’Umbria e nelle Marche, allo scopo di conoscere la situazione del patrimonio artistico della neonata nazione e per intervenire contro l’alienazione dei beni. Il suo lavorò valse un grosso inventario delle opere d’arte presenti nelle Marche e in Umbria, tanto da divenire unanimemente riconosciuto il maggiore esperto sulla Storia dell’Arte dell’antico Ducato d’Urbino e dello Stato Pontificio. Adolfo Venturi, che conobbe Cavalcaselle poco prima che morisse, vide in lui un continuatore del Vasari, e della sua opera lodò la trattazione dell’intera pittura italiana come non si vedeva da secoli.

Nel 1867 si insediò a Firenze, dove fu nominato ispettore generale del Museo nazionale del Bargello, ma la collaborazione “burrascosa” con i vari artisti responsabili della conduzione della Galleria, che non capivano nulla di pittura antica, impedì quasi ogni attività. Si trasferì allora a Roma e lì divenne, dal 1875 fino al 1893, ispettore centrale presso la nuova Direzione Centrale degli Scavi e dei Musei del Regno (nel 1881 denominata Direzione Generale per le Antichità e Belle Arti). In questa veste fu incaricato di girare in lungo e in largo per la nuova nazione appena unificata per fornire consigli sull’organizzazione dei nuovi musei, sulle acquisizioni di opere d’arte e sui restauri più urgenti, a cui in alcuni casi sovrintese personalmente. Per la sua opera, ricevette l’encomio solenne del Re.

Non riuscì, però, a intervenire in modo definitivo sull’apparato amministrativo e per questo, dopo un po’ di tempo, si dimise.

Per i suoi studi e le sue capacità attributive è considerato il fondatore della moderna critica dell’arte. Rilevante fu anche il suo apporto alle tecniche di restauro per le quali, nonostante molte difficoltà concettuali, contribuì proponendo nuovi e più aggiornati criteri.

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button