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Giovani e Covid: il “Progetto COndiVIDiamo” dà voce a 756 studenti

Il progetto è stato elaborato e realizzato dalla psicologa dr.ssa Erika Rigo

Le operatrici del Gruppo Prevenzione – Distretto 3 dell’UOC Dipendenze Bussolengo e Legnago, coordinate dal Direttore f.f. dr.ssa Sabrina Migliozzi, spinte dalla preoccupazione per i risvolti della pandemia e per la ricaduta che questa ha sulla scuola e sulle relazioni dei più giovani, hanno ideato e sviluppato un progetto online denominato “COndiVIDiamo”. Il progetto, elaborato e realizzato dalla psicologa dr.ssa Erika Rigo e da due educatrici professionali, Giovanna Zanchi e Roberta Tarocco, ha avuto l’obbiettivo di offrire uno spazio di ascolto, confronto e condivisione con gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che hanno aderito: l’IIS Silva Ricci, il liceo “G. Cotta” e il CSF Enaip di Legnago, e l’istituto “L. Da Vinci” di Cerea.

«Ci siamo rivolte in particolare alle classi prime – spiega Giovanna Zanchi – cioè a quegli studenti che forse più di altri hanno vissuto e stanno vivendo con fatica questo periodo. Hanno finito la scuola secondaria di primo grado durante il primo lockdown e iniziato un nuovo percorso in una nuova scuola conosciuta prevalentemente online, senza aver avuto modo di creare relazioni significative con i nuovi compagni di classe e i professori».

Sono ben 756 i giovani partecipanti che hanno potuto confrontarsi e condividere i loro stati d’animo ed emozioni, le risorse che utilizzano per superare le difficoltà legate alla particolare situazione e le aspettative per il prossimo futuro. Ansia, tristezza, rabbia, solitudine, sono le emozioni prevalenti emerse nel corso dell’attività da remoto: la fatica di seguire le lezioni con la didattica a distanza, la paura di non tornare più alla normalità, ma anche la speranza di rivedersi con gli amici, di poter tornare a fare quello che facevano prima, con una nuova consapevolezza dell’importanza di cose date per scontate, ma anche col rischio di abituarsi troppo a un ritiro sociale che da forzato diventa adattivo e confortevole.

Allo stesso modo, è stato proposto uno spazio di confronto e condivisione anche per i docenti. Dal primo incontro online, a cui hanno partecipato 8 docenti di tre istituti, è emerso come questa condizione crei un senso di incertezza, come “essere in anticamera in attesa che si apra la porta della vita normale”. Il sentimento prevalente dal punto di vista dei docenti è di disagio per la difficoltà di insegnare in didattica a distanza, che non permette di avere un riscontro immediato dalle facce degli studenti, una connessione continua senza in realtà essere veramente uniti.

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