CereaCronaca

La chiesa parrocchiale di San Zeno a Cerea torna all’antico splendore

È stato concluso di recente il restauro conservativo delle statue raffiguranti gli evangelisti Marco, Matteo, Giovanni e Luca

È stato concluso di recente il restauro conservativo delle statue raffiguranti gli evangelisti Marco, Matteo, Giovanni e Luca, poste su dei basamenti lapidei e situate davanti al sagrato della chiesa parrocchiale di San Zeno in Santa Maria Assunta, a Cerea. Il comune ha investito circa 23mila euro per rimettere a nuovo e restituire alla comunità le sculture opera dell’artista veronese Diomiro Cignaroli, vissuto tra il 1718 e il 1803.


Le statue furono scolpite su quattro blocchi di pietra di Avesa, un materiale calcareo di origine veronese che veniva largamente utilizzato nel XVIII secolo. L’ultimo intervento di sistemazione risaliva al 1996 e si era ormai reso indispensabile un nuovo restauro. “Tutto quello che rappresenta la storia del nostro territorio va conosciuto, promosso e valorizzato”, afferma il sindaco di Cerea Marco Franzoni. “Siamo lieti di avere contribuito al recupero di quattro opere a cui i nostri cittadini sono molto affezionati, in particolare nella parrocchia di San Zeno”.


I busti, aggiunge l’assessore ai Lavori pubblici Bruno Fanton, “erano in un pessimo stato di conservazione. Alcune parti erano ormai verdi, con la presenza di muschi e alghe, favoriti dalla caratteristica porosità del materiale utilizzato dall’artista. L’esposizione esterna ha contribuito ad accelerare l’alterazione e il degrado del materiale originale, con la perdita di elementi originali e l’avanzata erosione di alcune parti significative dei volti e di parti anatomiche. L’intervento conservativo ha permesso il totale recupero di queste preziose opere”.


I lavori di restauro, conclude l’assessore al Patrimonio Stefano Brendaglia, “sono avvenuti in collaborazione con la parrocchia. La sistemazione era diventata urgente ed è stata affidata alla ditta specializzata Passarella Restauri, di Padova, che ha provveduto ad eseguire delle nuove stuccature con le stesse caratteristiche del materiale lapideo originale, attraverso una tecnica chiamata “spugna di contatto”. In un secondo momento sono state sanate le lesioni strutturali grazie a degli incollaggi con una speciale resina. Il risultato finale è molto apprezzabile e lo testimonia anche la contentezza con la quale la comunità ha riaccolto le statue”.

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