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La protesta dei maturandi partita da alcuni studenti del Cotta sbarca al MIUR

Domani la manifestazione davanti al ministero

In pochissimo tempo ha raccolto migliaia di adesioni ed ora gli studenti chiedono un confronto con Lucia Azzolina, Ministro dell’Istruzione. Il movimento nomaturità2k20, conta quasi 50mila follower su Instagram, una petizione on line per evitare lo svolgimento dell’esame di maturità 2020 con 57mila firme e uno sciopero organizzato per far sentire la propria voce dopo aver raccolto i pareri di autorevoli virologi ed ottenuto anche il sostegno di alcuni esponenti politici. I protagonisti dell’iniziativa sono, tra gli altri, tre studenti del liceo Cotta, che hanno creato il gruppo nomaturità2k20 per far sentire la voce dei maturandi in una decisione che li ha visti invece solo protagonisti passivi. Domani, venerdì 5 giugno, gli studenti faranno sentire finalmente la loro voce con una manifestazione davanti al MIUR a partire dalle 16. Solo 200 i partecipanti ammessi, viste le vigenti norme anti Covid, ma che finalmente potranno mettere in luce le criticità della maturità 2020 e di un anno scolastico vissuto, quasi per metà, lontano dalle proprie classi. Gli studenti chiedono di poter dialogare con la ministra Azzolina, che finora non li ha ascoltati, per creare un tavolo di lavoro in vista della riapertura delle scuole a settembre. I ragazzi chiedono di essere presi in considerazione, “La scuola siamo noi, è giusto che anche le nostre idee siano prese in considerazione”.

Ma ecco come è nato questo movimento di protesta e cosa ne pensano i “fondatori” legnaghesi.

«Abbiamo creato il nostro account il 28 marzo con lo scopo di far sentire tutti gli studenti parte della scuola – raccontano – Abbiamo voluto dare a tutti la possibilità di raccontare come andava la loro didattica a distanza. Tanti ragazzi, anche da altre regioni, ci hanno raccontato la loro esperienza, i problemi riscontrati ed i loro dubbi. Abbiamo parlato molto soprattutto della maturità, riportando le notizie che si sono susseguite e mettendo in comune le nostre proposte per quanto riguarda l’esame di Stato».

Un’esame di Stato che si svolgerà in presenza, come stabilito di recente, con una discussione di circa un’ora.

«Rispetto ai paesi stranieri in Italia abbiamo avuto pochissima attenzione – spiega il rappresentante degli studenti – In Olanda una petizione come la nostra, che ha raccolto mille firme, ha avuto un’attenzione mediatica fortissima. In Francia e nelle altre lezioni è stato subito chiaro come sarebbero stati svolti gli esami. La nostra petizione ha oltre 57mila firme e agli studenti, comunque, non è stata dedicata sufficente attenzione».

«La nostra proposta, che portiamo avanti fin da marzo, – sottolineano i giovani legnaghesi – è quella di sostituire l’esame con una valutazione basata sulla media triennale, con la possibilità, da parte della commissione, di assegnare un bonus allostudente tra 0 e 10 punti in base all’impegno, ai risultati dell’alternanza scuola lavoro e ai miglioramenti ottenuti durante il percorso scolastico. Ovviamente questa ipotesi, con l’ultima ordinanza difficilmente sarà vagliata. Ci teniamo però a non mollare e a tentare di far sentire la nostra voce anche con il Ministero. A cercare un confronto per presentare le nostre proposte».

Proprio per cercare di farsi notare dal ministro Azzolina e dalle istituzioni gli studenti di quinta superiore hanno promosso uno sciopero dalla didattica a distanza per giovedì 21 maggio che è stato un successo. Sono stati migliaia infatti gli studenti che non hanno acceso i loro computer per cercare di far sentire la loro voce ai grandi.

E a chi rimprovera questi ragazzi di essere pigri e di voler solo cercare di non fare gli esami rispondono, «Tra i gestori della pagina ci sono studenti che sono stati rappresentanti di istituto e che per anni hanno avuto la “pagella d’oro”. Questa proposta non viene da quattro ragazzi che odiano la scuola e che non hanno voglia di studiare. Ma il punto focale non è questo. Vorrei tanto che tutti avessere la possibilità di leggere i messaggi che ci arrivano quotidianamente. Tanti ragazzi hanno difficoltà a connettersi, difficoltà a gestire gli impegni famigliari. Tante famiglie hanno più di un figlio in età scolare per cui si devono alternare al computer per seguire le lezioni. Questo non sempre è facile. Secondo noi il diritto allo studio non è stato garantito al 100% nonostante ci sia stato il tentativo di supplire alla situazione di emergenza con la didattica a distanza. La scuola fatta in questo modo non ha la stessa efficacia, manca del tutto l’interazione positiva tra lo studente e il docente, e anche le interrogazioni sono meno efficaci. Il colloquio a distanza non hala stessa valenza di un interrogazione in classe».

«La didattica di questi mesi non è in grado di preparare all’esame soprattutto considerando non è stata garantita a tutti. Se anche un solo studente è stato tagliato fuori non può essere in grado di fare l’esame» ha aggiunto il rappresentante del movimento sottolineanto che la didattica a distanza è stata resa obbligatoria solo dall’8 aprile.

«Tanti dicono che sarà un esame facilissimo e che saremo tutti promossi – concludono – ma un’esame che promuove tutti che senso ha?».

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