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AMMANN: terzo presidio per chiedere l’intervento della Regione e il ritiro della procedura di licenziamento

Martedì 28 maggio 2025 si è tenuto il terzo presidio alla AMMANN dalle 11 alle 12 per ribadire la richiesta della Fiom, unico sindacato presente in azienda, di ritirare o di sospendere la procedura di licenziamento collettivo in modo da poter, insieme con la Regione, chiamata anche lei ad intervenire, provare a salvare produzione e posti di lavoro. La richiesta di intervento da parte della Regione è ormai imprescindibile e non procrastinabile perché l’azienda non vuole sentire ragioni da parte del sindacato e pretende che la Fiom sottoscriva le sue decisioni senza fiatare. Ovviamente questo è inaccettabile per la dirigenza della Fiom di Verona che invece ha intenzione di non demordere e di continuare a presidiare lo stabilimento insieme a lavoratori e lavoratrici per chiedere il rispetto della dignità e della professionalità di queste persone, molte delle quali sono impiegate in AMMANN quanto era ancora SIM ed era una tipica azienda familiare veneta. La multinazionale non può non tenere presente di avere a che fare con persone, esseri umani, famiglie e non con numeri senza identità.

La dirigenza di AMMANN Italy ad aprile ha deciso di delocalizzare i reparti di produzione e del magazzino in Turchia, per abbassare il costo del lavoro e poter così avere ancora più margine di guadagno. A questa comunicazione di delocalizzazione è seguita poi la notifica di procedura di licenziamento collettivo, la 233, per 64 dipendenti su 157.

Oggi, insieme al segretario generale della Fiom di Verona era presente anche la segretaria generale della Cgil di Verona Francesca Tornieri che ha voluto portare la sua solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici in sciopero: “Come Camera del Lavoro siamo qui a portare solidarietà ai lavoratori alle lavoratrici di questa multinazionale che si vedono prospettare licenziamenti di 64 colleghi, senza un progetto reale neppure sul futuro di coloro che resterebbero. Come sempre, l’obiettivo delle aziende è raggiungere il massimo profitto, dopo aver sfruttato per poi scappare e andarsene via dall’Italia per cercare guadagni altrove. Questa vertenza della AMMANN, inoltre, è l’ennesima situazione critica che si è aperta sul territorio Veronese, in cui abbiamo tantissime situazioni di licenziamenti e di crisi aperte. Tra l’altro, con la scarsa disponibilità da parte proprio delle aziende ad aprire gli ammortizzatori sociali, proprio come in AMMANN, che non ha neppure proposto alcun tipo di via alternativa ai licenziamenti e alla delocalizzazione. La CGIL sarà al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici in tutto questo percorso per ottenere il massimo dei risultati possibili a difesa dei posti di lavoro.”

“Questa è la nostra terza iniziativa di sciopero con presidio, ma non crediamo possa essere l’ultima, visto le posizioni e le dichiarazioni dell’azienda. Noi oggi siamo qui davanti allo stabilimento di Bussolengo, che ricordiamo è stato aperto nel 1978 dal precedente proprietario, per chiedere il ritiro della procedura di licenziamento collettivo. La dirigenza di AMMANN ha scelto di delocalizzare in Turchia per pagare meno il costo di lavoro, ha scelto la strada della delocalizzazione selvaggia per aumentare il loro margine ai profitti. Noi non abbiamo intenzione di cedere a questo ricatto della multinazionale. E siamo qui oggi per chiedere con forza l’intervento immediato della Regione e della politica per poter tutelare l’occupazione, per nostro famoso “Made in Italy” e, soprattutto, la gente che lavora per poter vivere, da questi sciacalli della finanza a cui interessa solo il mero guadagno a discapito di tutto e di tutti.” Ha dichiarato oggi Martino Braccioforte, segretario generale della Fiom veronese.

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