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Cultura, a Verona 130mila euro per “Progetto remoto”

L'opera d'arte sarà realizzata dal veneziano Calò

Una fetta dei fondi Pac (Piano per l’Arte Contemporanea 2020) con cui il Ministero della Cultura italiano ha deciso di finanziare collezioni pubbliche di opere contemporanee in tutta Italia andrà anche alla proposta avanzata dai Musei Civici di Verona.

“La nostra proposta è stata ritenuta in linea con gli obiettivi del Ministero della Cultura” – ha detto stamattina l’assessore alla Cultura Francesca Briani, “Un riconoscimento della qualità progettuale che ci contraddistingue e che ci ha permesso di ottenere un importante contributo per arricchire le nostre collezioni. Il progetto specifico trova spazio nell’ambito delle iniziative in collaborazione con Art Verona, proposta come site-specific per il giardino del Museo di Castelvecchio dall’artista Giorgio Andreotta Calò, in stretta relazione con la complessa stratificazione architettonica del castello”.

La direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi ha aggiunto: “Il percorso magistrale ideato a Castelvecchio da Carlo Scarpa con il direttore Licisco Magagnato nel dopo guerra è pensato per generare un’esperienza progressiva in cui opere, architettura e spazi si integrano in un’unica visione. E a questa visione corrisponde anche alle modalità di fruizione auspicata per l’opera di Andreotta Calò, la cui lettura globale sarà stimolata dalle tante angolazioni e dai molteplici punti di vista dello straordinario giardino museale”.

Sembra quindi che partirà tra pochi giorni il cantiere che nel giardino di Castelvecchio darà vita ad una rappresentazione artistica decisamente fuori dagli schemi, che unisce natura e arte contemporanea.

L’opera, denominata “Progetto Remoto“, sarà realizzata tra agosto 2021 e luglio 2022 dall’artista Giorgio Andreotta Calò, proposta in previsione di Marmomac e della Giornata del Contemporaneo.

Protagonista sarà il terreno, con i preziosi strati che lo compongono e i carotaggi che saranno posizionati nella prima parte del giardino di Castelvecchio, a ridosso delle siepi, il tutto ben visibile a turisti e visitatori. L’intento è quello di rintracciare una sequenza continua di strati rocciosi provenienti dalle cave del territorio, come in un vero e proprio sondaggio geognostico.

L’opera sarà inizialmente esposta al Museo di Castelvecchio per poi passare alle civiche collezioni di arte contemporanea veronesi. Sarà il Museo di Storia Naturale di Verona ad accogliere in un secondo momento l’opera, evidenziando il dialogo, fondato sul legame natura-cultura, tra le varie esposizioni delle istituzioni cittadine.
Il progetto è a cura di Elena Forin con la consulenza scientifica del direttore e dei museografi e conservatori del museo.

(Fonte: comunicato stampa del Comune di Verona)

S.G.

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