CronacaEconomiaProvinciaVerona

Emergenza Peste Suina Africana, Coldiretti Verona: proteggere subito gli allevamenti della provincia

Sono già arrivate, in via cautelativa, le prime restrizioni e divieti all’import di salumi e carni suine made in Italy da parte di Svizzera, Cina, Giappone, Taiwan e Kuwait per via del proliferare dei casi di peste suina negli allevamenti italiani. I primissimi focolai di peste suina sono stati riscontrati tra Piemonte e Liguria, diffondendo l’allarme sanitario in tutta Italia, soprattutto nei territori in cui è più marcata la presenza di animali selvatici che potrebbero trasmettere la malattia.
Coldiretti Verona, attraverso il proprio presidente nazionale Ettore Prandini ,ha chiesto interventi immediati per fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti ma occorre anche monitorare attentamente la situazione per evitare strumentalizzazioni e speculazioni a danno del settore.

“Siamo costretti ad affrontare questa ulteriore emergenza sanitaria – afferma Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona – perché è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato anche lo scorso luglio a Venezia e più volte nelle sedi istituzionali di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali in tutto il Veneto e in particolare sul Monte Baldo e in Lessinia dove si contano quasi 10mila esemplari, anche se il problema riguarda molti Comuni della provincia scaligera. Dopo il caso accertato di peste suina africana e altri due in attesa di conferma, tra Piemonte e Liguria, come già successo in Germania e nell’Est Europa, abbiamo più volte evidenziato il rischio della diffusione della Peste Suina Africana (Psa) attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Con una popolazione così numerosa di cinghiali che sta invadendo quasi tutto il territorio provinciale – continua Vantini – aumenta il fattore di rischio di diffusione di una malattia che può portare a pesanti perdite negli allevamenti suini. Un motivo in più per proseguire sull’azione di contenimento dei cinghiali in tutta la provincia. I nostri allevamenti applicano rigidi protocolli di biosicurezza e sorveglianza sanitaria ma è necessario mettere in campo tutte le azioni di prevenzione e controllo, altrimenti l’impatto potrebbe essere particolarmente devastante”.

Nella provincia scaligera, in cui si concentra 1/3 della produzione veneta, gli allevamenti suini professionali sono circa 300 in cui si allevano ogni anno la gran parte degli oltre 270mila suini per una produzione nel 2020 di 48mila tonnellate e un fatturato di oltre 64 milioni di euro.

S.G.

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button