Il gruppo di opposizione “Legnago Futura”, rappresentato in sala consigliare da Diego Porfido, Stella Bonini, Silvia Baraldi e Michele Masin, ha lanciato oggi al sindaco Graziano Lorenzetti la proposta di destinare gli 80 mila euro del destinati al “bilancio partecipativo”, o una voce di bilancio di uguale valore ma da un capitolo diverso, all’istituzione di un fondo di solidarietà per le attività economiche ancora chiuse nel mese di maggio.
A stretto giro di posta è arrivata la risposta del sindaco e dell’assessore alle attività economiche Nicola Scapini.
“A seguito della chiusura disposta con il decreto del presidente del consiglio dei ministri dell’11 marzo 2020 il governo ha stabilito la chiusura completa di tutte le attività commerciali e produttive promettendo garanzie e soldi a tutti – sottolinea il comunicato diramato dall’amministrazione – A distanza di oltre un mese e mezzo molte attività del Comune di Legnago non hanno ancora beneficiato neanche del minimo sostegno dei 600 € previsti, dovendo comunque sostenere tutte le spese legate alla propria attività chiusa. Non parliamo del finanziamento garantito dallo Stato, i famosi 25000 € o meglio del 25% del fatturato i quali vengono erogati comunque controllando in modo accurato la banca dati del richiedente. Oggi la minoranza propone di destinare i fondi destinati al bilancio partecipato a favore dell’attività economiche”.
“L’opposizione – spiega il sindaco Lorenzetti – forse non sa che abbiamo un bilancio congelato in attesa di definire le reali capacità delle entrate. Ovvio che siamo vicini commercianti che sappiamo essere in difficoltà perché il governo non sta facendo nulla, assolutamente niente, è fallimentare in questo senso demandando ai singoli comuni la gestione delle mancate azioni del governo stesso. Sarà nostra cura comunque avere riguardo nei nostri commercianti valutando numeri e conti”.
“Ringrazio la minoranza per la proposta – ha aggiunto l’assessore Scapini – ma ricordo che le nostre attività non chiedono mance di solidarietà ma la possibilità di tornare a lavorare subito e di operare nei propri negozi, senza dimenticare che prima di investire molti denari è necessario verificare la necessaria condizione di dover rispettare il bilancio dato il congelamento della spesa resosi necessario dalla incertezza delle entrate comunali. Si chiede di intervenire al posto dello Stato però è necessario sempre tener presente che le risorse di un comune sono molto esigue rispetto alle potenzialità dello Stato stesso. Lo Stato deve essere al fianco dei comuni, del tessuto produttivo, del commercio, ma ad oggi non ha previsto nulla,nessun trasferimento in questo senso, lo zero completo. L’amministrazione comunale compatibilmente con il proprio bilancio attiverà tutti gli strumenti possibili per dare una mano alle proprie attività a ripartire. I commercianti,gli artigiani, le partite Iva non chiedono la mancia con un piccolo contributo di solidarietà ma chiedono la possibilità di tornare a lavorare all’interno dei propri negozi, delle proprie botteghe. Noi ci impegniamo compatibilmente con il bilancio comunale a dare tutti gli strumenti necessari per creare quel volano che faccia ripartire le attività e per far ciò è necessario investire in un piano organico che faccia ripartire la città e non il solito contributo che non porta beneficio a nessuno”.