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“Tasse e canoni locali da differire”

Le proposte dei circoli veronesi di Progetto Nazionale

Il complesso economico-produttivo è in ginocchio; ogni mese di serrata  imposta costa cifre fra 50 e 100 miliardi di euro; il bilancio nazionale della nati-mortalità delle imprese tra gennaio e marzo di  quest’anno risente delle restrizioni seguite all’emergenza Covid-19 e rappresenta il saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo  stesso arco temporale (dati Movimprese-Unioncamere); l’Azienda-Italia  è sempre più nei guai e il Pil oramai viaggia sulle strade del sottozero.
Laddove urgerebbero immediatezza, chiarezza ed efficacia governativa  riscontriamo fragilità e contraddittorietà.
Se le misure per la ripresa sono risibili, fragili, contraddittorie,  pressoché nulle, passare da “Andrà tutto bene” a “Sta andando tutto a  rotoli” è un attimo, anzi, è tragica realtà per molti, moltissimi  lavoratori.
Cresce legittimamente il malumore soprattutto delle Pmi, dei commercianti, degli artigiani, dei lavoratori precari, di tanti  settori del sistema produttivo locale.
In questo drammatico momento che sconta le conseguenze post pandemia  Covid-19 – era chiaro ai più che alla crisi sanitaria avrebbe fatto  seguito una non meno grave crisi economica e sociale – , anche Progetto Nazionale vuole portare il suo umile contributo propositivo e  di sensibilizzazione in relazione alle sofferenze e alle  recriminazioni delle tante realtà lavorative locali, soprattutto  quelle piccole e piccolissime, che necessitano come l’ossigeno di  aiuti da parte delle amministrazioni locali per tentare di ripartire;  aiuti che secondo Progetto Nazionale possono concretizzarsi sul piano del differimento/riduzione/esenzione di tasse e canoni locali.
Parte in questi giorni l’iniziativa in tal senso da parte dei  consiglieri comunali che rappresentano Progetto Nazionale in alcuni Comuni del veronese, che presenteranno Ordini del Giorno,  Interpellanze e Mozioni.
Perché chi è già alla canna del gas, per ripartire ha davanti la  prospettiva di convertirsi alle modalità lavorative richieste nel  periodo post emergenziale (misure di distanziamento sociale, barriere  in plexiglas, cartellonistica, dispositivi di protezione individuale,  pulizie, sanificazioni, etc.), con adeguamenti quindi onerosi a fronte di soldi non guadagnati da mesi (prosciugamento dei risparmi ed  indebitamento le strade obbligate, con l’incombente spettro  dell’usura). E tanti, pur potendo già riaprire l’attività, non lo  hanno fatto…
Progetto Nazionale Verona
Coordinamento provinciale

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