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Variante 29, iniziato ieri sera l’esame del Consiglio Comunale

In ballo lo sviluppo urbanistico di Verona da qui al 2030

Un documento le cui linee guida detteranno le condizioni del nuovo sviluppo urbanistico della città Verona e nel quale sono state ammesse 50 delle 189 manifestazioni d’interesse pervenute all’Amministrazione.
Tra i principi cardine della Variante 29 sembrano esserci volontà di recupero e minor consumo di suolo, considerando che tra gli obiettivi c’è anche la riqualificazione di ben 3 milioni e mezzo di mq di aree attualmente in stato di abbandono e degrado.
Dopo mesi di lavoro e concertazione tra parti pubbliche e private e stake holders cittadini, sono state scelte dalla Giunta comunale 50 proposte ritenute in linea con gli intenti sottesi al documento.
Per le manifestazioni d’interesse si parla di 72 ettari di urbanizzato complessivo, con 15 ettari di recupero dell’esistente e 57 ettari di ristrutturazioni, di cui: 39% interventi residenziali, 27% servizi pubblici o privato ad uso collettivo, al 18% commerciale, al 7% produttività-artigianale, al 6% terziario e al 3% turistica-ricettiva.
L’assessore alla Pianificazione Urbanistica del Comune di Verona Ilaria Segala ha spiegato: “Con la Variante 29 viene lanciata la sfida di avviare un processo di recupero degli ambiti degradati e abbandonati della città, attraverso un progetto urbanistico di riqualificazione urbana e ambientale diffusa e puntuale.
L’intento è quello di promuovere la riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione ambientale, sostenendo azioni di ristrutturazione edilizia e urbanistica, di rimozione di condizioni di degrado e di rinaturalizzazione dei suoli, valorizzando anche interventi di demolizione, come forma di creazione di ricchezza e come opportunità per realizzare progetti di nuovo valore urbanistico, culturale, paesaggistico e sociale. Un percorso di pianificazione che vuole confrontarsi con le sfide del reperimento e del risparmio delle risorse, della riqualificazione dello spazio pubblico, con modelli differenti di mobilità dolce proposti dal nuovo PUMS, in fase di approvazione adozione, e che vuole connettersi con le politiche ambientali comunali di risparmio energetico e adattamento climatico, individuate dal PAESC in fase di adozione e dall’Agenda 2030.
L’obiettivo futuro della Variante 29 è quello di favorire, nell’attuazione del Piano degli Interventi e del PAT, specifici percorsi di trasformazione rigenerativa per quattro tipologie di degrado della città, da sviluppare attraverso: l’apporto partecipativo dei protagonisti pubblici e privati alla progettazione; l’attuazione e gestione di interventi di riqualificazione, recupero e riabilitazione del tessuto urbano, sociale, economico delle parti di città più fragili per degrado, marginalità e abbandono.
Un percorso che richiederà non solo di riconoscere i nuovi processi di trasformazione urbana e sociale e le tendenze in atto, con riferimento ai tessuti esistenti della città, ma di correggere nel tempo la disciplina urbanistica e ambientale, che meglio consentirà di recepirle, sia a livello di Piano degli interventi, sia a livello di PAT”.

SG

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