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Demenze e patologie del movimento, importante convegno oggi a Verona

In corso oggi, presso il Policlinico di Borgo Roma, un convegno scientifico organizzato dall’Università di Verona, dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e dalle maggiori società scientifiche di riferimento, sul tema: “Il ruolo della neuroradiologia per la diagnosi e il monitoraggio delle nuove terapie per la cura di malattie neurodegenerative, con “Focus on: Neuroradiologico veneto sui parkinsonismi e demenze”.
Si tratta di un progetto che intende indagare sui possibili interventi della neuroradiologia per la diagnosi e la cura di patologie quali parkisonismi, Alzheimer, demenze e malattie del movimento e sulle tecnologie che a tale scopo potrebbero essere introdotte in futuro per monitorarne gli effetti. Quesiti e questioni sui quali gli esperti del panorama scientifico veronese si interrogano e confrontano oggi presso l’aula magna della Lente didattica del Policlinico Rossi. Responsabile scientifica del progetto è la neuro-radiologa Francesca Benedetta Pizzini, affiancata, nel comitato scientifico, da Giancarlo Mansueto, ordinario di Radiologia e direttore dell’Istituto di Radiologia di Verona, e da Michele Tinazzi, ordinario di neurologia e responsabile del Centro regionale specializzato per la Malattia di Parkinson e Disordini del movimento, direttore Usd Parkinson e Disturbi del movimento

Gli organizzatori riferiscono che “La comunità clinica neurologica è in fermento, da una parte, perché sono prossimi i risultati di diversi trials sull’uso di anticorpi monoclonali nelle demenze e, dall’altra, per una sempre maggiore consapevolezza che il ruolo della risonanza magnetica non sarà più solo limitato alla diagnosi, ma anche al monitoraggio delle nuove terapie. Anche nell’ambito dei disturbi del movimento la radiologia può superare i limiti tradizionali della diagnosi di esclusione e offrire informazioni diagnostiche positive attraverso l’utilizzo di specifiche sequenze e valutazioni delle strutture coinvolte”. 

La neuroradiologa e ricercatrice Francesca Benedetta Pizzini afferma: “Negli ultimi 15 anni il ruolo della risonanza magnetica nelle malattie neurodegenerative è stato rimpiazzato dai biomarcatori liquorali e di medicina nucleare sensibili alle fasi precoci della malattia. L’approvazione nel giugno di quest’anno del primo farmaco eziologico nella storia della malattia di Alzheimer – rileva la ricercatrice – porterà a una ridefinizione radicale del ruolo della risonanza magnetica per la necessità di un monitoraggio degli effetti collaterali del trattamento, i cosiddetti Aria, amyloid-related imaging abnormalities. Al tempo stesso, gli anticorpi monoclonali antiamiloide sono l’apripista di un futuro che vedrà trattamenti personalizzati anche verso alfa-sinucleina per le malattie neurodegenerative del movimento”. 

S.G.

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