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A Nogara l’eredità dell’intellettuale Cesare Padovani

Nelle sue ultime volontà ha chiesto che il suo patrimonio librario e le lettere di Pasolini fossero ospitate a Palazzo Maggi. Mercoledì 6 giugno la presentazione delle attività che il Comune intende portare avanti per celebrarlo.

È stato definito “l’ultimo dei sapienti”. Cesare Padovani, l’intellettuale eclettico che ha animato la vita culturale di Rimini per mezzo secolo con interventi che, per interesse e profondità, sono andati ben oltre i confini locali per inserirsi a pieno titolo nel panorama filosofico e antropologico italiano, era nato a Nogara, in provincia di Verona e lì aveva lasciato evidentemente il cuore, se come ultima volontà ha chiesto che il suo patrimonio librario, gli appunti, le lettere di Pasolini, che lo hanno accompagnato per quasi un ventennio, e quanto costituiva per lui “tutta la sua vita culturale” potesse trovar sede a Palazzo Maggi, l’edificio rinascimentale che ospita la Biblioteca Comunale “Elisa Masini”.
Così il Comune di Nogara ha accolto l’offerta della consorte, Maria Giovanna Milani Padovani, individuando la sala più adatta ad accogliere il prezioso patrimonio ed ha dato inizio ad una ricerca finalizzata a concretizzarne il trasferimento, la catalogazione e la sistemazione in loco sulla base degli spazi, delle condizioni di sicurezza e della possibilità di utilizzo attivo, che sappia giustamente valorizzarlo.
Nel mese di giugno (a ottant’anni dalla nascita) il Comune di Nogara dedicherà, dunque, a Cesare Padovani una sala di Palazzo Maggi (attuale sede della Biblioteca Comunale) con l’intenzione di costituire un “Centro Studi” a disposizione di studenti e ricercatori interessati alle discipline che sono state per lui oggetto di ricerca.
L’annuncio delle iniziative culturali che il Comune di Nogara intende avviare, per onorare la memoria del suo illustre cittadino (insignito nel 2013 della cittadinanza onoraria), sarà dato a Nogara il 6 giugno 2018, in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Padovani (“Nuvole architettoniche” edizione curata da Paola Sobrero e Giuseppe Pazzaglia, per la casa editrice Pazzini di Rimini – marzo 2018), dedicato all’opera di Ilario Fioravanti, messo alle stampe con il contributo del Comune di Savignano sul Rubicone, grazie alla solerte opera di M. Giovanna Milani, con il sostegno di due tra i più vicini collaboratori di Padovani, Ennio Grassi e Vittorio D’Augusta, che ne hanno curato le prefazioni. L’evento sarà introdotto da Alessandro Cherubini (amico nogarese di Padovani) e presentato dagli assessori del Comune di Nogara Isabella Soragna e Marco Poltronieri.

 

CHI È CESARE PADOVANI

Cesare Padovani, nato il 6 giugno 1938, divenne famoso a quindici anni per un articolo pubblicato da un settimanale nazionale in cui si trattava della sua precoce attività poetica e letteraria, ma ciò che faceva meraviglia era il fatto che “Cesarino” (così veniva chiamato a Nogara e così venne conosciuto allora) fosse così dotato, precoce e produttivo, nonostante un grave handicap: era spastico dalla nascita, a causa di una lesione cerebrale causata dal forcipe. 
La risonanza di quell’articolo gli fece giungere una lettera di uno “sconosciuto e irrichiesto” Pier Paolo Pasolini (come ebbe a dire il mittente), dalla quale ebbe inizio uno scambio epistolare ventennale. Laureatosi in Lettere proprio con una tesi su Pasolini, Cesare Padovani iniziò ad insegnare e negli anni ’70 fu al centro di una vicenda mediatica che gli procurò la solidarietà di numerosi esponenti della cultura italiana (giornalisti, attori, letterati, tra cui Dario Fo): fu sospeso temporaneamente dall’insegnamento in applicazione della normativa, allora ancora vigente, relativa allo stato di “sana e robusta costituzione” richiesto per i dipendenti della pubblica amministrazione. Una raccolta di firme a livello nazionale fece rientrare il provvedimento e Padovani riprese a lavorare nel campo dell’istruzione. Trasferitosi a Rimini, non smise mai di studiare ed approfondire le sue ricerche sul linguaggio e sui linguaggi dimostrando una vivacità intellettuale e un senso dell’umorismo che avrebbero per sempre caratterizzato la sua eclettica presenza nel mondo culturale ed artistico italiano, portando i suoi contributi, con diverse pubblicazioni, in svariati campi del sapere dalla letteratura alla pedagogia, dalla filosofia alle arti visive, dalla filologia alle lettere antiche, dalla semiologia all’antropologia, dalla sociologia alla storia ed alle scienze della comunicazione (una curiosità: il titolo di un capitolo di uno dei suoi primi libri – “La speranza handicappata” – ispirò Edoardo Bennato, che ottenne da lui l’autorizzazione ad utilizzarlo a titolazione del suo album “Burattino senza fili”). Di particolare interesse è anche la sua produzione grafica e pittorica.
Ha collaborato con diverse università italiane e con l’Università di San Marino (ai tempi di Umberto Eco). Tra i molti intellettuali che hanno condiviso esperienze culturali con Cesare Padovani possiamo citare (senza voler fare torto agli altri)  il sociologo Ivano Spano (Università di Padova), l’ideatrice della Globalità dei Linguaggi Stefania Guerra Lisi (Università di Roma – Tor Vergata), il semiologo e musicologo Gino Stefani (Università di Bologna), lo scrittore e sociologo Ennio Grassi (Università di Urbino), l’artista e scrittore Vittorio d’Augusta, e molti altri, oltre a sua moglie, Maria Giovanna Milani, già docente di lettere e preside nella scuola secondaria, fotografa e sua collaboratrice in diversi eventi culturali.
Nel 2012 Cesare Padovani fu insignito della Cittadinanza Onoraria presso il Comune di Nogara e, dopo la morte avvenuta due anni dopo, il Centro Sociale Dogana (San Marino) gli intitolò, nel 2016, una sala per i meriti riconosciuti non solo in campo artistico e letterario, ma anche socio-pedagogico e didattico (fino agli ultimi giorni, aveva svolto, tra l’altro, intensa attività come consulente per le tesi di laurea di molti giovani universitari). Nello stesso anno, a Rimini è stato presentato uno spettacolo teatrale costruito su alcuni suoi saggi filosofici.

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