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Legnago: sabato 17 ottobre l’inaugurazione della mostra di Paolo Masi

Tornano le esposizioni targate FerrarinArte

Dopo essere stata a lungo esposta, con in ricco percorso espositivo, presso la prestigiosa sede istituzionale di Palazzo del Monferrato ad Alessandria (III evento collaterale della Biennale d’Arte di Alessandria OMNIA III Edizione 2020) e dopo la proposta del tour virtuale sul sito della galleria (disponibile al link: www.ferrarinarte.it/vgallery/Paolo_Masi/index.html), FerrarinArte offre, nella sua sede di Legnago, il nuovo allestimento della mostra Paolo Masi. Pittura, vibrazione e segno. 60 anni di ordinata casualità che, strutturata come un’importante antologica con opere scelte che ne riassumono la lunga ricerca, ha per protagonista un maestro indiscusso del panorama storico-artistico italiano come Paolo Masi (Firenze, 1933).

Scrive Matteo Galbiati, curatore della mostra, nella sua nota critica.

“L’esperienza di Paolo Masi costituisce un’importante testimonianza che lo colloca nel pieno del dibattito artistico che ha connotato il panorama italiano – e non solo – a partire dalla fine degli anni Cinquanta e che ha messo in forte discussione, se non vera e propria crisi fondante, la pittura. Masi ricorre, senza mai tradirlo, al mezzo pittorico come strumento ancora efficace nel pronunciamento originario e perdurante nella sua attualità rinnovata e rinnovabile, essenziale nel definire un complesso meccanismo di relazioni con chi osserva.

La sua pittura sa essere esperienza e articola una sofisticata gamma di possibilità che non soffocano mai lo stesso espediente pittorico in un dogmatismo prestabilito o in un rigido protocollo di formalismi che, perduti in un intellettualismo vacuo e lontano dall’essenza reale delle cose, si chiudono nell’annichilamento delle loro stesse prospettive intellettive. Masi dipinge con quel senso di orgogliosa e sentita responsabilità che itera la pittura nel tempo e nello spazio del vivere; la sua astrazione non è speculazione artefatta, ma sempre presenza di memorie ed è, per questo, capace di far affiorare deduzioni e intuizioni che consolidano il patto tra nuova conoscenza ed esperienza vissuta, tra immaginazione creativa e sensazioni pregresse.

La sua pittura va letta in sinergia con la sua estensione fisica che, con le risoluzioni dalle differenti apparenze, avvantaggiandosi di caso e scelta, di intenzione e di imprevisto, si carica di un valore pulsante e mutevole, mai chiuso e assoluto, per essere acclarata testimonianza al di là di ogni contingenza limitante.

La sua identità di “pittore”, costituendosi come scrittura della/nella materia, abilita il suo agire ad intercettare, allora, un insieme potenziale di presenze che, concentrate come tensione poetica, ridiscutono il colore, il gesto, il segno, i supporti e le altre componenti basilari dell’oggetto quadro, rinnovandone l’identità e innervandone il proprio “corpo” con energie vive e sollecite.

L’esercizio cromatico viene esperito con un rinnovamento costante di tecniche, gestualità e modalità risolutive, in cui il fare, per questa prolificità concettuale e concreta, si determina ed esplicita nella forma di un’inestricabile matassa di relazioni le quali, acquisite dalle prolifiche manifestazioni della sua essenza diffusa, sanno naturalmente trasferirsi all’altro.

Masi, in definitiva, salva la pittura modificandola continuamente; lasciandosi stupire accetta il senso di una libertà d’azione che diviene salvifica. Egli ricerca e sperimenta, con convinta determinazione, la possibilità agente del fatto pittorico, il suo essere testimonianza concreta e attiva, presente e valida, non solo nella contemporaneità artistica, ma anche nella sua estensione di valore sociale. Nell’opera dell’artista fiorentino comprendiamo che la radice e l’essenza del suo rinnovamento e della sua messa in discussione costante è il cercare la verità del reale, nel coglierne le indicazioni come metafore di una possibile trasfigurazione dell’immagine del dipinto semplicemente respirando appieno il vivere del mondo.”

 

La selezione di capolavori, individuati tra i maggiormente iconici del suo pensiero, percorrono gli ultimi sessant’anni della sua intensa, variegata e prolifica attività di ricerca e sperimentazione portando all’attenzione del pubblico della galleria un’attenta selezione di oltre 40 lavori che consentono quell’efficace spaccato riassuntivo della sua lunga scrittura pittorica che, ininterrotta, arriva all’oggi ancora forte del suo originario accento emotivo.

Capace sempre di rendersi attuale e di ribadire il contenuto e gli assunti di vecchi e nuovi pensieri, Masi alimentata continuamente l’energia propulsiva del suo fare che diventa visione sempre diversa. Infaticabile prosegue la propria sintesi narrativa, rivoluzionando sempre il presupposto della sintassi del suo linguaggio che consegna all’attualità del presente il senso di una liricità in cui il binomio segno-colore oltrepassa, sempre e comunque, il limite confinato del quadro.

 

BIOGRAFIA

Paolo Masi nasce a Firenze nel 1933, dove vive e lavora. Dopo aver elaborato negli anni Cinquanta e Sessanta un’attività articolata, complessa e diversificata, si avvicina alle contestuali esperienze analitico-riduttive, scomponendo e riorganizzando sul pavimento e contro le pareti aste di alluminio, specchi, fili o piccole stecche di plexiglas colorato, che estendono anche alla terza dimensione la ritmicità dello “spazio-colore”. La fase successiva coincide con il ritorno alla bidimensionalità attraverso il progetto “Rilevamenti esterni – conferme interne” (1974-76), elaborazione che egli sviluppa all’esterno e all’interno del suo studio con le “Tessiture” (tela grezza cucita) e i “Cartoni” da imballaggio, dove utilizza per la prima volta adesivi trasparenti e coprenti, facendo emergere la struttura interna del materiale. Partecipa alla Biennale di Venezia (1978); alla XI Quadriennale romana (1986); alle mostre Kunstlerbücher di Francoforte e Erweiterte Fotographie Wiener Secession di Vienna (1980); alla mostra parigina sul libro d’artista (Centre Georges Pompidou, 1985), ad Arte in Toscana 1945-2000 (Palazzo Strozzi, Firenze, Palazzo Fabroni, Pistoia, 2002) e alla mostra Pittura Analitica. I percorsi italiani 1970-1980 (Museo della Permanente, Milano, 2007). Le opere successive sono i Contenitori di forma colore, le Serialità e nuovamente i Cartoni (superfici di vario tipo: legno, tela, carta), sulle quali l’artista interviene con una complessa operazione pittorica. La serie di plexiglas Trasparenze, iniziata nel 2000, dipinta con la tecnica della vernice spray, permette all’artista di operare una nuova definizione dello spazio attraverso “sollecitazioni cinetico-cromatiche” di luci e ombre.

 

PER INFORMAZIONI:

FerrarinArte

Via D. de Massari 10, 37045 Legnago (VR)

  1. +39 0442 20741

info@ferrarinarte.it

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