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Lili Elbe Show: la grande danza con i ballerini e coreografi Simone Repele e Sasha Riva

Venerdì 8 marzo ore 20:30 al Teatro Ristori prosegue la rassegna di Danza con lo spettacolo Lili Elbe Show dei due talentuosi ballerini e coreografi Simone Repele e Sasha Riva definiti dalla critica i “poeti della danza”. In scena la storia del pittore paesaggista Einar Wegener e della moglie, la ritrattista Gerda Wegener, in un viaggio di trasfigurazione e di metamorfosi.

La grande danza rimane protagonista al Teatro Ristoridi Verona con un’altra imperdibile serata. Venerdì 8 marzoalle 20:30 ad incantare il pubblico due tra i più gettonati ballerini e coreografi del panorama nazionale: Simone Repele e Sasha Riva in Lili Elbe Show, storia del pittore paesaggista danese Einar Wegener e della moglie, la ritrattista Gerda Wegener. Dopo essere stata affrontata in un libro e in una pellicola cinematografica (film premio Oscar “The Danish Girl”), la relazione diverrà qui un viaggio di trasfigurazione e di metamorfosi attraverso la magica lente della danza. Il lavoro dei due ballerini e coreografi – torinese il primo e originario della Virginia il secondo, uniti artisticamente dal 2020 e definiti “poeti della danza – è radicato in un aspetto teatrale forte e sensibile, che si esprime attraverso un vocabolario neoclassico e contemporaneo fatto di gesti potenti. Tra le varie, Riva e Repele sono stati protagonisti anche al Teatro dell’Opera di Roma con Mass di Bernstein, prima italiana a Caracalla nel 2022, su commissione della direttrice Eleonora Abbagnato

Lili Elbe Show, una storia vera. Una vicenda privata e intima che, grazie all’interpretazione e alla scrittura coreografica di Sasha Riva e Simone Repele, esplora il demone dell’insoddisfazione umana, il bisogno di accettazione e quel senso di inadeguatezza. Sotto i riflettori la storia del pittore paesaggista Einar Wegener e della moglie, la ritrattista Gerda Wegener. Nella narrazione della pièce di Riva & Repele si affacciano due piani di realtà: il racconto della vicenda di Einar che, nell’ansia di ricerca della propria identità diventerà Lili e il livello della fiaba, degli “spiriti”, dei “fantasmi” che si aggirano. Una petite femme fatale scolpisce fin dall’inizio l’anima nuda di Einar ma è anche l’immagine della figlia desiderata che Gerda ed Einar non sono mai riusciti a concepire. 

Sulla scena una cornice senza specchio rappresenta uno “stargate”, un passaggio segreto che porta a questa dimensione dove si scatenano le visioni dei sogni e dove la petite femme Lili è già: sagoma fedele delle emozioni più intime di Einar. La cornice riprende quindi anche la figura forte e carismatica di Gerda che, compassionevole, sostiene il marito nella ricerca e nell’affermazione della sua identità̀ finale: è lei l’artista che sulla tela ha saputo disegnare l’immagine esatta di Einar vestito da donna e sono proprio questi i quadri che l’hanno resa famosa. Il pittoresco narratore, deus ex machina, è l’incarnazione dell’estro artistico di Einar e Gerda e del destino che si compie: lui già conosce il finale.  

Andrea Etrari 

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