Musica

Leo Frattini è “Fantastico”

L'intervista al cantautore legnaghese

A quattro anni dal precedente disco “Frattinate”, il geniale autore, musicista, cantante e compositore Leonardo Maria Frattini è tornato in scena nell’ottobre 2018 con un nuovo album che saprà stupire il suo pubblico. Il nuovo disco si chiama “Fantastico – Spettacolo d’arte varia” e – in netta continuità con il precedente lavoro – Frattini ha continuato il suo percorso musicale allargando la prospettiva compositiva nei confronti delle sonorità “vintage” che contraddistinguono i suoi brani autografi, dando luce così a melodie senza tempo, istantanee e assolutamente orecchiabili.

  • “Fantastico” potrebbe sembrare un titolo autocelebrativo, ma ascoltandolo e conoscendoti so che non è così. Quale “segreto” contiene questo titolo?

In realtà numerose coincidenze gravitano attorno a questa parola, e, in genere quando ciò accade sembra che il destino voglia suggerirti qualcosa. Fantastico, tra l’altro, può essere inteso non solo come aggettivo ma anche come prima persona singolare del presente del verbo “Fantasticare”.

  • Cos’è cambiato nel tuo approccio alla scrittura rispetto al precedente album?

In realtà non molto, c’è solo un po’ più di “varietà”, per quello, anche, il disco ha come sottotitolo “spettacolo d’arte varia”. Per cui non mi sono limitato allo swing anni 40 come modello, ma ho recuperato tanti elementi, sempre dal passato, e mescolati un po’ come veniva: lo ska giamaicano (grazie anche al lavoro con e dei “Gengi Ska”) e le tastierine giocattolo anni ’80 della Casio, ad esempio.

  • Quali sono i principali temi affrontati nelle tue canzoni e a quali generi musicali fanno riferimento?

L’amore la fa sempre da padrone (anche questo potrebbe essere un buon titolo), ci sono addirittura due “serenate” e una ninna nanna; poi ho dedicato una canzone a Gluck, perché nessuno sa chi sia; si parla anche di pace nel mondo, di cerette, di paesi immaginari e tanto altro ancora.

  • Oltre a comporre tu stesso le canzoni, sei anche esecutore polistrumentista. Quali strumenti hai suonato in questo disco?

Siccome non sono un virtuoso né un secchione degli strumenti, piuttosto, mi sento un polistrimpellista. In effetti oltre alla chitarra e al basso fretless acustico che l’amico Roberto Campaci ha preparato per me, suono anche banjo, ukulele, kazoo, tutte le parti ritmiche e di tastiere programmate al computer e, addirittura in “Franto” suono e canto dal vivo il pianoforte, come testimonia un video che già ho pubblicato su youtube in questi giorni.

 

Le foto allegate sono a cura di Corrado Tria – Studio Endurance

A cura di Lorenz Zadro

 

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