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Omar Pedrini: lo “zio rock”

Nell'ottobre del 2019 l'atteso ritorno in Area Exp

Sabato 19 Ottobre 2019, Omar Pedrini è tornatoall’Area Exp di Cerea, per un concerto-revival della lunga e straripante carriera, in occasione della rassegna eventi “Pala Exp Winter Season 2019/2020”. Il format del concerto dell’amatissimo “Zio Rock” (così lo chiamano i suoi fans), è pensato per festeggiare i venticinque anni dall’uscita dello storico album dei Timoria, “Viaggio Senza Vento”, il quarto appartenente alla loro discografia, da poco ripubblicato in occasione dell’anniversario, in versione rimasterizzata e ampliata, anche in vinile. Un album fondamentale non solo per la carriera dei Timoria (allora nemmeno trentenni) ma anche per la scena musicale italiana che, in quel periodo – con l’imposizione del Rock – iniziava a scoprire e riscoprire suoni nuovi, più ruvidi e articolati.

Omar Pedrini ha alle spalle una clamorosa carriera iniziata negli anni Ottanta ed è uno dei massimi esponenti della musica rock italiana. L’avvio della carriera solista, iniziata nel 1996 con l’uscita del disco musical-letterario “Beatnik – Il ragazzo tatuato di Birkenhead”, è proseguita con la pubblicazione di “Vidomàr” (2004), “Pane burro e medicine” (2006), “La Capanna Dello Zio Rock” (2010), “Che ci vado a fare a Londra?” (2014) e “Come se non ci fosse un domani” (2017), affiancata anche da una produzione letteraria iniziata nel 2001 con “Acqua d’amore ai fiori gialli”,Cane sciolto” (scritto a quattro mani con Federico Scarioni nel 2017) proseguita con l’autobiografia “Angelo Ribelle” (2018). Quest’ultimo libro è stato presentato lo scorso Gennaio in un partecipatissimo incontro, proprio tra le mura della sala convegni dell’Area Exp e racchiude tra le sue pagine il racconto di tutto quello che la musica gli ha regalato: incontri, canzoni, occasioni e luoghi che hanno messo in discussione la sua vita, salvandola, tra rivoluzioni, precipizi e svolte. Un libro che sembra quasi il film della sua vita o un suo personalissimo “concept album”, resituendo l’immagine di un uomo e di un artista autentico che, dal mondo contadino ai concerti rock, dal cinema al Festival di Sanremo, vive la vita assaporandone ogni istante, fino in fondo.

– La scrittura dei libri ultimamente pubblicati ti ha aiutato a scavare a fondo nel passato. Forse anche a concepire questo nuovo format di concerto dedicato alla “riscoperta” di un’intera carriera?

Sì, devo dire che l’uscita dei miei libri ha favorito la comprensione di tante cose, dallo scioglimento dei Timoria alla vita a volte grama che ho condotto negli anni in cui sono un po’ sparito dalle scene. Invece, per quanto riguarda “Viaggio Senza Vento”, direi che l’episodio scatenante è stato il venticinquennale. A novembre, quando è uscita la ristampa di questo disco, è arrivato tra le prime dieci posizioni della classifica ufficiale Fimi; questo mi ha fatto capire quanto, nonostante sia passato un quarto di secolo, sia rimasto ancora un disco molto amato.

 

– Sei sempre stato legato ad un certo genere letterario, quello della Beat Generation. Quanto ha influenzato la tua scrittura musicale?

La Beat Generation mi ha influenzato molto, soprattutto nella scrittura dei miei testi (il mio immaginario e le connessioni con l’Oriente, la spirituralità, il “potere ai giovani”, l’amore per i deboli, la vita on the road...). Beatnik, il mio primo album solista del 1996, era proprio un omaggio a questa epopea che poi si è sviluppata negli anni. Recentemente ho anche avuto l’onore di scrivere una canzone insieme a Lawrence Ferlinghetti – il padre della Beat Generation – canzone che compare nei titoli di coda del suo film biografico “Lawrence. A Life in Poetry”, appena uscito in America e prossimamente in Italia.

 

– Il rapporto umano con il pubblico e i fans per te è un aspetto da considerarsi di primo piano. La dimensione live è quindi sacra…

Il rapporto umano per me è tutto, non finisce dopo le due ore di concerto, ma prosegue con la fila di ragazzi che mi aspettano per un abbraccio, che è ormai un rito. Sono un cantante della working class, mi piace il contatto con il pubblico che non considero un pubblico di fans, ma membri di una comunità, così come tutte le persone che frequentano i miei social.

 

– Vuoi fare un invito personale al concerto ai lettori de LaNotizia?

Nei live, soprattutto per chi come me arriva dal Rock, è abituato a dare il meglio di sé; non c’è nulla che sostituirà mai un live per chi fa Rock! Per cui vi invito, e spero sarete felici così come lo sono io, che l’ultima data del Tour avverrà proprio a Cerea. Pensa che il mio bisnonno che era un liutaio ed insegnante di musica, dal quale ho appreso tanto, aveva origini veronesi, per cui ho anche un motivo sentimentale che mi lega a questa Città! In attesa della grande festa finale che faremo al Fabrique di Milano il 2 dicembre, vi aspetto a Cerea!

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