AssoImprese: “Cassa integrazione unica anche per le partite IVA”
La proposta dell'associazione per aiutare le imprese
In merito al nuovo intervento del Governo in materia di sostegno alle imprese, definito “Dl Liquidità”, Assoimprese Verona intende sottolineare come, pur essendo sempre positiva qualunque forma di “aiuto” alle realtà produttive del Paese in una situazione drammatica ed emergenziale come quella che attualmente si sta vivendo, si tratti di un intervento insufficiente e, potenzialmente, anche deleterio.
Per questo, come associazione sindacale di categoria, Assoimprese Verona propone di adottare una “Cassa integrazione unica”, che comprenda non solo i dipendenti, ma anche i titolari-artigiani e i collaboratori.
«Innanzitutto», sostiene il presidente Luciano Giarola, «il Governo avrebbe dovuto intervenire subito, non appena ha deciso la chiusura delle attività economiche, e non solo ora perché è evidente che siamo in una situazione di grave crisi per le aziende. Ciò premesso, il problema sta nel fatto che la questione non è semplicemente finanziaria, ma economica. Se un’azienda è sana, non è la liquidità il problema, se un piccolo artigiano ha già affidamenti per 10mila euro e va in banca a chiederne altri 20mila, non gli fanno alcun problema. La questione è più complessa e strutturale, perché il problema non è solo il mancato guadagno, che su quello magari si può soprassedere, perché davanti a un’emergenza sanitaria come questa, ci sta che uno dica “figurati se penso a guadagnare”, ma ci sono comunque i costi, che prescindono dal guadagno».
Su questo punto, il presidente Giarola fa un esempio: «Prendiamo un negozio di parrucchiera, che esercita in uno stabile non di proprietà ed ha una dipendente. Deve pagare l’affitto, le bollette, gli altri costi di gestione e magari gli impegni economici con i fornitori. Alla dipendente avrà dovuto pagare le ferie e dopo la cassa integrazione A questo punto, come fa a riprendersi?».
«Se – conclude Giarola – un’attività tiene chiuso perché è lo Stato che ha detto che bisogna fare così, che ripaghi almeno i costi. Come? Conceda un credito d’imposta da scontarsi sulle tasse/IVA/contributi/ritenute e, concentri tutte le varie Casse Integrazioni in una unica gestita dall’INPS e senza il parere dei sindacati dei lavoratori essendo materia eccezionale COVID 19, soprattutto che comprenda anche i titolari e i collaboratori di tutto il mondo delle Patite IVA. Allora sì che si fa qualcosa che per chi produce lavoro. Altrimenti, con i 600 euro una tantum, arriviamo al paradosso che prende di più chi ha il Reddito di Cittadinanza».