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Il futuro della base militare di Bovolone

La base militare di Bovolone nacque come “Campo di Fortuna” (aeroporti posti sulle principali rotte per atterraggi d’emergenza), istituito con Decreto ministeriale del 28 aprile 1929 a firma di Italo Balbo, pubblicato in Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia n. 107 del 7 maggio 1929; è stata poi utilizzata per attività bellica durante la seconda guerra mondiale, per essere infine destinata, nel dopoguerra, ad area di lancio per il sistema missilistico.

La sua vasta estensione, di circa mq. 375.205, la sua conformazione, prevalentemente a prato consolidato, e la sua collocazione rispetto al centro abitato, fanno sì che l’ex compendio militare si presti appieno a finalità sportive e ricreative, nonché ambientali e culturali.

Avvalendosi di alcune recenti norme che hanno dato la possibilità di trasferire gratuitamente agli enti locali i beni immobili di proprietà dello Stato, il Comune di Bovolone, nel 2016, ha inoltrato domanda di attribuzione del compendio e ne è divenuto quindi proprietario per effetto di un Decreto dell’Agenzia del Demanio in data 23/2/2018.

Dopo il trasferimento del compendio del febbraio 2018, il Comune apprendeva che una società agricola nel 2012 lo aveva ricevuto in concessione quinquennale dall’Aeronautica militare, con finalità di manutenzione del sedime militare, e che la medesima società agricola rifiutava di liberare il terreno, nonostante quella concessione fosse già giunta a naturale scadenza il 10/11/2017.

Come è emerso da alcuni articoli apparsi sulla stampa locale, ne è conseguita una situazione di litigioso compossesso tra il Comune proprietario e la società agricola, alla quale il Comune ha sempre contestato di occupare l’area senza alcun titolo, essendo la citata concessione già abbondantemente scaduta.

Il contenzioso ha visto finora il Comune vittorioso:

– la società agricola ha impugnato davanti al Tribunale Amministrativo del Veneto l’ordinanza comunale di sgombero, ma con provvedimento del 20 marzo scorso il Giudice amministrativo ha respinto la domanda di sospensiva, condannando altresì la società agricola a rifondere le spese legali;

– la società agricola ha presentato appello cautelare al Consiglio di Stato, per poi rinunciarvi pochissimi giorni prima dell’udienza, cosicché il 13 giugno scorso il Consiglio di Stato ha dichiarato l’appello improcedibile;

– la società agricola ha, infine, presentato anche un ricorso al Tribunale Civile di Verona, sezione specializzata agraria, procedura in cui si è già tenuta una prima udienza con infruttuoso tentativo di conciliazione, essendo la causa stata rinviata al prossimo ottobre.

Il Comune, pertanto, ha già potuto mettere a disposizione della collettività la ex base militare, iniziando a concretizzare le finalità pubbliche – sportive, ricreative, espositive e culturali – per le quali il compendio è stato acquisito: infatti la vasta sede prativa sin dall’acquisto è risultata idonea ad ospitare le prime pubbliche manifestazioni in collaborazione con le associazioni del territorio, aprendosi la via all’approvazione di un primo progetto di riqualificazione complessiva dell’area da parte degli organi comunali.

Sono stati inoltre eseguiti lavori di riasfaltatura della già esistente viabilità interna, cosicché l’accesso al compendio è oggi garantito in piena sicurezza alle associazioni ed a chiunque intenda praticarvi attività sportiva (ciclismo, podismo su strada, corsa campestre, tiro con l’arco, pesca ecc.) e ludico-ricreativa (passeggiate ed attività di svago e ritrovo per le famiglie ecc.).

La ex base militare di Bovolone non è solo un patrimonio che appartiene alla storia del territorio – della quale tante notizie, informazioni e materiale fotografico si possono trovare sul sito http://www.quellidel72.it – ma è un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini e che deve essere valorizzato e reso disponibile, creando nuovi spazi aggregativi a vantaggio della più ampia fruizione pubblica.

Il Comune di Bovolone lavorerà con impegno ed in ogni sede per realizzare l’obiettivo del rapido e completo recupero di un’area che non ha pari per vastità e potenzialità d’utilizzo, nella speranza che l’interesse collettivo perseguito dall’Amministrazione comunale possa ricevere definitiva tutela e soddisfazione.

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