Acque Veronesi, presentato il nuovo Cda
Nuovo presidente Roberto Mantovanelli, consiglieri Mirko Corrà e Paola Briani

Presentato a Verona il nuovo cda di Acque Veronesi, nominato lo scorso 29 maggio e riunitosi formalmente questa mattina, venerdì 29 giugno, per la prima volta. Nuovo presidente, Roberto Mantovanelli, ingegnere con esperienze professionali presso aziende multinazionali e locali, alla sua prima esperienza alla guida di un Ente pubblico. Consiglieri Mirko Corrà, sindaco di Salizzole dal 2009 e Consigliere Provinciale dal 2014 al 2017, e Paola Briani, avvocato, esperta di normative ambientali, consigliere dì Acque Veronesi dal 2015 al 2018 e tuttora membro del Consiglio di Amministrazione di Aqua Publica Europea.
«Vogliamo instaurare un dialogo molto fitto con i sindaci del territorio, che oltre ad essere i nostri soci, sono i portavoce delle necessità e delle esigenze dei loro cittadini» sottolinea Mantovanelli. «La presenza per la prima volta nel cda di un sindaco va proprio in questa direzione». E prosegue: «Siamo la società che applica le tariffe più basse del Veneto e abbiamo l’obiettivo di migliorare ulteriormente il servizio. Siamo pronti alle prossime impegnative sfide che ci attendono. Il settore che regolamenta il sistema idrico integrato è particolarmente complesso ed in rapida e continua evoluzione. Cercheremo di implementare gli sforzi, operando sempre in un’ottica di collaborazione e costante dialogo con i primi cittadini del territorio».
L’incontro ha rappresentato un’occasione per illustrare strategie e obiettivi in vista degli impegni e delle sfide future, tra questi il piano di investimenti che Acque Veronesi realizzerà in tutta la provincia scaligera. Sono state quindi illustrate le priorità e le opere infrastrutturali che interesseranno numerosi comuni veronesi, per un totale di 106 milioni di euro nel periodo 2016-2019* (circa 31 milioni nel 2018 e una quarantina nel 2019). L’imponente cantieristica prevede la realizzazione di importantissime infrastrutture sia di tipo fognario, che acquedottistico, attese da anni e l’adeguamento ed il potenziamento di numerose strutture già esistenti sul territorio.
Tra i principali cantieri del 2018, il completamento di un Collettore fognario di alleggerimento della rete di San Bonifacio, ove confluiscono tutti i contributi reflui provenienti dalla Valle d’Alpone (euro 2.200.000); l’adeguamento schema fognario depurativo nel comune di San Martino Buon Albergo (euro 1.143.000), da poco avviato la cui conclusione avverrà nel corso del 2019; l’adeguamento dell’impianti di depurazione di Verona con potenzialità pari a 410.000 AE dal costo previsto di euro 4.131.000.
Durante l’incontro si è parlato anche del problema pfas. I rappresentanti del cda hanno ricordato l’impegno e le attività messe in atto da Acque Veronesi fin dalla nascita delle criticità. Proprio nelle scorse settimane si sono conclusi i lavori di potenziamento dei filtri alla centrale di Lonigo. Il potenziamento del sistema di assorbimento tramite carbone attivo granulare ha l’obiettivo di garantire l’effettiva assenza di pfas nelle acque destinate al consumo umano (il cosiddetto “zero tecnico”), recependo così le indicazioni della Regione Veneto. Il solo raddoppio dei filtri ha avuto un costo di 1 milione e 800 mila euro, che vanno ad aggiungersi alle spese di manutenzione e al cambio dei filtri (circa 100 mila euro al mese) ed ai costi fino adesso sostenuti da Acque Veronesi (circa 3 milioni di euro). Nel lungo termine la prospettiva è quella dell’abbandono definitivo di tutti i pozzi a servizio della centrale di Lonigo.
Nella foto, il nuovo consigliere Mirko Corrà e, a destra, il nuovo presidente Roberto Mantovanelli