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Anpi Legnago cerca di far luce sulla Strage di Bologna

Sabato pomeriggio sarà presentato il libro “LA STRAGE DI BOLOGNA.Bellini, i Nar, i mandanti e un perdono tradito”

“Il 2 agosto 1980 Anna Di Vittorio perse il fratello Mauro. In quei giorni conobbe Gian Carlo Calidori, poi divenuto suo marito, che nella strage aveva perso invece un amico. Una quindicina d’anni fa, dopo un lungo percorso di corrispondenza e di conoscenza con Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, Anna e il marito scrissero la lettera di “perdono” che consentì a Mambro di ottenere la libertà .Poi però il fronte innocentista iniziò a sostenere che a trasportare la bomba, rimanendone vittima, era stato lo stesso Mauro Di Vittorio, vicino a Lotta Continua. All’ipotesi aderirono senza imbarazzi proprio Mambro e Fioravanti. La vicenda rientrò anche per via giudiziaria, ma ora permette di fare il punto sulla storia processuale e sulle novità emerse dalle sentenze su Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, entrambi condannati in primo grado all’ergastolo. [la corte di Assise d’Appello ha confermato in questi giorni la condanna all’ergastolo in secondo grado a Cavallini]

… Sono rispuntati nomi come l’ex capo dell’ufficio Affari Riservati Federico Umberto D’Amato e il giornalista Mario Tedeschi, già senatore missino e direttore del “Borghese”.

Oggi la lettura della strage è cambiata: non più l’opera di ragazzetti esaltati, i Nar, ma un’operazione lungamente studiata, quanto in alto ancora non si sa, ma sicuramente organizzata e finanziata dalla P2, insieme a pezzi dello Stato e saldando le sigle della galassia dell’eversione nera. Tutto questo in una logica di continuità con gli anni Settanta: quell’aspra stagione della strategia della tensione che nell’agosto 1980 l’Italia sembrava aver definitivamente archiviato, ma che per chi reggeva i fili, non era invece affatto conclusa”

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