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Non passa la sfiducia all’Amministrazione Scapin

La mozione ottiene solo cinque voti a favore ossia quelli dei dissidenti Dalla Vecchia, Ottoboni, Marconcin e dei consiglieri di opposizione Danieli e Bisighin. Gardinale abbandona l'aula all'inizio, Castelletto si alza prima della votazione e Ragana' si astiene

Battute, urla, risate, accuse infuocate: tutto questo è avvenuto nel corso del Consiglio comunale del 31 maggio, conclusosi alle 23.30, dopo quasi tre ore di dibattito, e che ha visto l’Amministrazione Scapin sopravvivere alla mozione di sfiducia che ha ottenuto solo cinque voti a favore, nonostante ora l’opposizione veda la presenza, almeno sulla carta, di nove consiglieri contro i sette della maggioranza, dopo il passaggio in minoranza dei dissidenti.

L’amministrazione Scapin sembrava quindi giunta al termine con fermata anticipata rispetto al capolinea del prossimo anno. E invece no.

Già Forza Italia aveva fatto sapere nei giorni scorsi che il suo capogruppo, Maurizio Ragana’, si sarebbe astenuto. Quindi è toccato a Luca Gardinale annunciare, all’inizio della seduta, che questa battaglia non gli apparteneva anche se il suo posto restava all’opposizione. Detto questo ha salutato i presenti e si è allontanato dall’aula. Effetto sorpresa è stato Federico Castelletto dei 5 stelle che, prima, ha proposto l’utilizzo di oli essenziali per stemperare gli animi con tanto di diffusore in aula, quindi, ha adattato la storia de “La fattoria degli animali” alla situazione di Legnago e poi, al momento del voto, si è allontanato dalla sua postazione non partecipando all’appello nominale.

Il resto sono state accuse reciproche tra componenti dell’opposizione e Amministrazione, tra opposizione e opposizione e tra Amministrazione e dissidenti.

I dissidenti hanno continuato a sostenere di non essere stati coinvolti e che questa Amministrazione è stata priva di progettualita’ e strategia. I consiglieri di maggioranza hanno risposto compatti che i veri motivi vanno cercati altrove e che, come confermato dal sindaco Scapin e dall’assessore Baraldi, i dissidenti avevano tentato fin da subito di isolare il sindaco e di allontanare Marconi.

Alla fine hanno votato a favore della mozione per i dissidenti Dalla Vecchia, Ottoboni e Marconcin mentre Mascolo è uscito dall’aula nel rispetto del suo ruolo di presidente del consiglio.

Al loro voto si sono uniti Danieli, che ha ribadito la sua critica all’Amministrazione Scapin e al suo operato, e Bisighin che ha deciso di rafforzare le sue posizioni indossando la maglietta “Legnago a chi la ama”, slogan della tornata elettorale di oltre 10 anni fa.

Alla fine, nessuno va a casa, per il momento.

Tuttavia, è un dato di fatto che l’Amministrazione non abbia più una maggioranza. Da quanto detto in Consiglio si continuerà con progetti che possano accogliere un appoggio trasversale finché qualcuno potrebbe decidere di staccare la spina.

Da qui alle elezioni ci sono scadenze relative al bilancio che vanno rispettate altrimenti il Comune viene commissariato. E, per approvarle, serve una maggioranza.

Ogni Consiglio quindi potrebbe trasformarsi per assurdo nell’ultimo di questa Amministrazione, a meno che la squadra del sindaco Scapin non riesca a elaborare una strategia inattaccabile per i prossimi mesi. Non resta che aspettare. (e.c)

Nella foto un momento del Consiglio comunale

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