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“Startin’ point”, il nuovo album del pluripremiato Gabriele Dusi

Il chitarrista nogarese, classe 1994, è un giovane insegnante di chitarra

Il chitarrista nogarese Gabriele Dusi, classe 1994, è un giovane insegnante di chitarra, studioso e profondo conoscitore di tecniche per chitarra acustica fingerpicking e old-style, i cui riferimenti sono Doc Watson, Chet Atkins, Merle Travis e Jerry Reed e molte altre leggende della country-folk music.

E’ merito di questa sua precoce e netta propensione, il fatto di aver raccolto entusiasmanti risultati ed inviti a diverse prestigiose rassegne dedicate alla chitarra acustica: partecipa con successo ad Acousticology Music & Theatre, è finalista dell’edizione 2017 di ADGPA, Atkins-Dadi Guitar Players Association Italy, e vince il primo premio del Cremona Acoustic Guitar Village 2019, esibendosi di fronte a giurie di altissimo livello, composte dai maggiori studiosi, divulgatori e musicisti del panorama italiano dedicato alla musica acustica. Gabriele entra così, per meritocrazia, fra la meglio gioventù del mondo musicale, a noi più vicina.

Tra i brani presentati alle giurie sono gli originali “Lighthouse” e “For Chuck”, inclusi nel suo brillante album strumentale “Startin’ Point”, interamente inciso in un’unica seduta di registrazione imbracciando chitarre acustiche di liuteria ad opera del liutaio sanguinettano Paolo Cavallaro. Un condensato di cadenze ritmate che strizzano l’occhio al blues, al country e allo swing, con autentici inni d’amore verso i Maestri del passato ma anche – appunto – con composizioni di propria firma, di grande carattere.

Gabriele Dusi, che ha nello sguardo lo stupore del suo primo ingresso nel mondo della discografia e, nelle mani, i suoni che hanno fatto la storia della musica Americana, dall’uscita di ‘Startin’ Point’, ha ricevuto elogi dalla stampa specializzata e nazionale con lusinghieri articoli apparsi su Il Giornale, Guitar Club Magazine, Il Popolo del Blues, L’Arena, Il Blues Magazine, Anima Jazz.

Attualmente Dusi, oltre a continuare l’attività di insegnamento in scuole private, è al lavoro sulle nuove composizioni che saranno inserite nel prossimo album. Con qualche domanda entriamo nel suo percorso musicale.

  • Gabriele, avere una chitarra come fedele compagna di viaggio è storia spesso vista, ma ciò che ti contraddistingue è l’amore per questo tipo di musica, in così giovane età. Come nasce questa tua passione?

Si può dire che sia tutto frutto del mio secondo colpo di fulmine con la chitarra. Sin da piccolo ho suonato generi come il rock e metal, che mi appassionavano molto e tutt’ora non disdegno. Dopo una battuta d’arresto, circa quattro anni fa, ascoltando Tommy Emmanuel ho scoperto lo stile del fingerpicking. Ho così scoperto le grandi potenzialità della musica per sola chitarra. Grazie a questo incontro mi è stato possibile affezionarmi ai generi musicali che ora mi diverte suonare, come il jazz, il blues e il country.

  • Il tuo, nella musica, è un percorso fatto di tanto studio e ricerca. Vuoi anticiparci cosa ti porteranno ad affrontare le prossime composizioni, previste per il tuo futuro album?

Gia durante la creazione di Startin’ Point sapevo che il secondo album sarebbe stato composto per lo più da brani originali. Mentre il primo l’ho suonato con una sola chitarra acustica e una piccola spruzzata di percussioni, nel secondo ho invece intenzione di introdurre più strumenti, arrivando anche a strumento ad arco, voce e batteria. Ciò che più mi preme è trovare il punto di congiunzione tra i diversi generi musicali che mi appassionano, in modo da creare un prodotto più possibilmente omogeneo.

  • Un chitarrista veronese che utilizza chitarre di liuteria di un altro veronese. Anzi di più: un chitarrista nogarese che utilizza chitarre di liuteria di un sanguinettano! Ha dell’incredibile alle volte quanto accade nella nostra bassa veronese. Vuoi raccontarci qualcosa riguardo al modello che il liutaio Paolo Cavallaro ha creato per te?

Paolo ha realizzato la chitarra in mogano presente nella copertina dell’album, dopodiché me ne ha realizzata una seconda. Quest’ultima, che mi diverte chiamare “Dusi”, ha fasce e fondo in noce, e tavola in abete tedesco, dal bellissimo suono. La caratteristica principale è che è stata pensata per un’accordatura più bassa di un tono rispetto allo standard, ottenendo così un suono più pieno e profondo. Grazie alla spalla mancante riesco a sfruttare la tastiera fino in fondo, e mettendo un capotasto mobile, riottengo una chitarra in accordatura standard.

LORENZ ZADRO

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