Legnago: via al restauro di quattro antichi manoscritti comunali
Il progetto, del valore di 13.500 euro, stanziati dal Comune e cofinanziati al 62% dalla Regione Veneto, è stato reso possibile grazie a un bando regionale per l'assegnazione di contributi per interventi di restauro di beni storici mobili
Ieri mattina nella Sala delle ceramiche della Fondazione Fioroni è stato presentato il progetto di restauro di 4 registri antichi conservati nell’Archivio storico del Comune di Legnago.L’Archivio, depositato presso la Fondazione in base a un accordo risalente al 1973, è costituito da manoscritti datati tra il 1400 e il 1930.Erano presenti alla conferenza stampa il Sindaco di Legnago Graziano Lorenzetti, il presidente della Fondazione Fioroni Luigi Tin, il direttore della Fondazione Fioroni, Federico Melotto, l’archivista del Comune di Legnago, Martina Mancinelli, e Alberto Benato, restauratore del Laboratorio dell’Abbazia di Praglia.Il progetto, del valore di 13.500 euro, stanziati dal Comune e cofinanziati al 62% dalla Regione Veneto, è stato reso possibile grazie a un bando regionale per l’assegnazione di contributi per interventi di restauro di beni storici mobili.
Tra i 10 Comuni che hanno partecipato al bando, la Città di Legnago si è classificata al terzo posto. I 4 registri cinquecenteschi, che verranno restaurati dal Laboratorio di restauro del libro dell’Abbazia di Praglia, fanno parte dei Fondi aggregati del Comune, ovvero sono manuali che non sono stati prodotti dal Comune pur essendo conservati nell’Archivio storico. Il primo manoscritto appartiene al Fondo Aggregato della Comunità di Porto. Risale al 1570 e termina nel 1582, anno in cui il Comune di Legnago e Porto decisero di unirsi.
Il registro è un semplice elenco delle entrate e uscite della Comunità. Il secondo registro (1538-1549) contiene il rendiconto della Comunità di Porto delle arginature e pennelli dell’Adige. Gli ultimi due registri erano di proprietà del Collegio dei Notai, istituito a Legnago nel 1550 e sciolto nel 1626, e racchiudono gli atti del Collegio.
I volumi, scritti sia in volgare che latino con inchiostro ferro-galenico, hanno subito infiltrazioni di acqua e verranno sottoposti a un processo di pulitura chimica della carta e di stabilizzazione dell’inchiostro (essendo ferroso è molto acido e può forare la carta).Le parti mancanti delle pagine verranno sostituite con carte occidentale o giapponese e le copertine verranno restaurate. I volumi, una volta pronti, verranno messi a disposizione dei cittadini per la consultazione. Si stima che il restauro, sotto la supervisione di Benato, si concluderà nel gennaio del 2023.