L’eccezionale evento meteorico del primo settembre del 2018, ma anche quello molto più recente del 28 agosto del 2020, hanno pesantemente interessato la frazione veronese di Parona. Piazza del Porto, la zona più colpita, risultò sommersa con una quantità d’acqua che raggiunse addirittura gli ottanta centimetri.
Per dare un’idea delle dimensioni di quegli eventi, per il nubifragio del 2018 è stato calcolato un tempo di ritorno delle precipitazioni addirittura superiore ai 300 anni, con 150 mm di acqua scesa in due ore e mezza. L’evento del 28 agosto 2020 ebbe degli effetti sul centro abitato di Parona simili a quelli del 2018, nonostante i millimetri caduti siano stati 35 mm, solo un quinto dell’evento precedente. Ciò si spiega con la maggiore intensità dell’ultimo evento: 35 mm caduti in un solo quarto d’ora hanno prodotto sul piccolo bacino idraulico della collina di Parona, che ha tempi di risposta rapidissimi, effetti quasi altrettanto nefasti del 2018.
Attualmente proprio per risolvere la naturale tendenza all’allagamento della piazza del Porto, l’argine è attraversato da due condotte di scarico che, quando i livelli del fiume sono troppo alti, vengono bypassate da un impianto di pompaggio gestito da Acque Veronesi. Purtroppo, le caditoie all’imbocco delle due condotte sono insufficienti quando la portata in arrivo è particolarmente elevata – come nell’evento del 2020 – e si intasano rapidamente quando l’acqua trascina sono presenti foglie e ramaglia.
Sull’altro versante, Parona si trova ai piedi delle colline appartenenti all’altopiano lessineo che localmente presentano incisioni vallive che convogliano grandi quantità di acqua sull’abitato sottostante.
Da tempo, quindi, era evidente la necessità di un intervento strutturale, non facile però da concepire.
“Il problema idraulico da risolvere per tutelare Parona – spiega il direttore tecnico del Consorzio di Bonifica Veronese – consiste nella captazione e nello smaltimento delle acque che ruscellano lungo via del Torcolo provenendo dal Vaio Monastero, impedendo loro di raggiungere la parte bassa del paese. La soluzione del problema sta nella captazione delle acque del vaio Monastero che ruscellano lungo Via Torcolo e nel loro trasporto verso un recapito sicuro.La più comoda possibilità che si offre è quella dello scarico nel Vaio del Ghetto-Parona, corso d’acqua demaniale in delega amministrativa al Consorzio di Bonifica Veronese che costituisce il tratto terminale del Vaio del Ghetto–Arbizzano, dopo la confluenza con il Vaio di Novare”.
Il corso d’acqua Vaio di Novare–Ghetto–Arbizzano-Parona è stato messo in sicurezza idraulica nel corso del 2020 dal Consorzio di Bonifica Veronese, che ha realizzato un nuovo condotto scolmatore verso il Progno di Negrar ed il manufatto di sfioro e scarico nello scolmatore è ubicato ad Arbizzano.
“Dopo aver valutato differenti opportunità progettuali – riprendel’ing. De Antoni – l’idea risolutiva è stata quella di laminare la portata in ingresso per scaricarne solo una partemediante una tubazione di diametro minore che possa trovare sufficiente spazio tra i sottoservizi esistenti, nel solo tratto di Via Santa Cristina di circa 180 m compreso tra Via Monastero e il pozzetto dove inizia la tubazione DN400 in cemento”.
Dove si è previsto di laminare il volume in ingresso? L’opportunità più evidente è stata offerta dal prato retrostante al campo da calcio parrocchiale, che ha dimensioni tali da ospitare un bacino d’invaso idraulicamente sufficiente. In quell’area è, quindi, in fase di realizzazione un ampio bacino di laminazione delle dimensioni di 55 per 11 metri.
“Per tutelare il paesaggio – conclude il direttore tecnico De Antoni – la vasca è stata realizzata lasciando la superficie il più possibile a verde e limitando al massimo l’uso di materiali da costruzione. Il bacino ha una profondità media di 240 cm dal piano campagna, perun volume di 1.190 metri cubi, e per il sostegno a lungo termine delle pareti inclinate si è utilizzata la tecnica delle terre rinforzate rinverdibili, frequentemente utilizzata in ingegneria naturalistica. Il ciglio delle scarpate sarà protetto su entrambi i lati da una recinzione in paletti e rete alta 200 cm, sufficiente a fermare la corsa dei calciatori e intercettare la maggior parte dei palloni del vicino impianto parrocchiale”.
Le acque del Vaio Monastero provenienti da Via Torcolo saranno raccolte da due griglie a tutta sezione stradale e convogliate entro una tubazione interrata da 50 cm che termina in un pozzetto posto sul fondo del bacino. Dall’altra parte del bacino è presente un secondo pozzetto da cui si origina una tubazione da 28 cm, che corre sotto via Santa Cristina ed è già collegata al Vaio del Ghetto mediante una ulteriore tubazione già esistente.
“Quello che stiamo realizzando – interviene il presidente del Consorzio di Bonifica Veronese dott. Alex Vantini –è un intervento di grande importanza per il territorio e per la sua sicurezza idraulica, un intervento atteso da tempo. Con l’occasione ringrazio il Comune di Verona e l’assessore Marco Padovani per la preziosa collaborazione che ci hanno prestato nel realizzare quest’opera”.
Il costo complessivo dell’opera è di 200mila euro, 150mila provenienti dal riparto del Fondo di Solidarietà Nazionale e ulteriori 50mila quali economie residue del cantiere appena ultimato dal Consorzio di Bonifica Veronese in Comune di Negrar. I lavori sono previsto in completamento entro due mesi.