Sindacati in fibrillazione per il nuovo piano d’impresa di Poste italiane che arriva in concomitanza con un’ulteriore cessione di azioni al mercato da parte dell’attuale Governo.
“In questi mesi – spiegano i sindacati, in particolare FNC UGL – abbiamo più volte denunciato le insidie sociali ed occupazionali che si nascondono dietro questa manovra finanziaria. E’ antieconomico per lo Stato rinunciare a incassare un dividendo che nel giro di pochi anni supererà quanto incasserebbe con questa quota di privatizzazione. E poi c’è il rischio di porre in mano ad investitori istituzionali, spesso stranieri, le decisioni sulla gestione dei risparmi e dei dati di milioni di cittadini. E sappiamo tutti quanto oggi i dati siano importanti ed abbiano anche un valore economico. “
“Abbiamo chiesto un incontro presso il Ministero dell’Economia – comunicano i sindacati- , ma siamo ancora in attesa di una convocazione, sempre tardiva e tale da ingenerare dubbi sulla tenuta occupazionale di questa azienda.
Su questo punto infatti, da quanto leggiamo dal Piano d’Impresa presentato, emerge già chiara la previsione di un taglio occupazionale che, come abbiamo denunciato più volte in questi mesi, rischia di tradursi in un automatismo già visto nel passato, secondo l’assioma basato sull’aumento dei ricavi tramite taglio del costo del lavoro e conseguente contrazione dei servizi offerti ai cittadini”.
“Come sigla sindacale siamo preoccupati per la paventata privatizzazione che, oltre ad essere economicamente fruttuosa unicamente nell’immediato, rimane senza alcuna visione lungimirante, trattandosi di un’Azienda sana e con margini di crescita che si traducono in probabili aumenti di dividendi futuri. – spiega Johnny Torresani, Segretario Provinciale di FNC UGL COMUNICAZIONI VERONA- Se ciò andrà in porto, probabilmente, si rischierebbero ulteriori chiusure di Uffici Postali, difficilmente stimabili numericamente ad ora, che produrrebbero disagio in quei Comuni che già soffrono di una mancanza di punti di riferimento sociali che Poste non mai fatto mancare in questi 160 anni di vita.”
“Come Segreteria Regionale – aggiunge Davide Damu, Segretario Regionale sempre FNC UGL COMUNICAZIONI VENETO- siamo preoccupati per la tenuta occupazionale all’interno dell’Azienda, in vista di un ulteriore privatizzazione, a causa della chiusura degli Uffici Postali nelle località economicamente più svantaggiose. Già attualmente il piano industriale prevede 19000 assunzioni a fronte di 25000 uscite”.
Poste Italiane in Veneto è presente con:
- 976 Uffici Postali
- 45 Centri di recapito
- 99 Uffici zonali di recapito
- 7 centri logistici/smistamento
- 8250 dipendenti a tempo indeterminato ai quali se ne aggiungono più di 500 a tempo determinato.