CronacaEconomia

Progetti veneti esclusi da prima tranche fondi PNRR messa insicurezza rete idrica

Il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) ha assegnato, nell'ambito del Pnrr, 607 milioni di euro a 21 progetti (su 116 pervenuti) volti a ridurre le perdite di acqua potabile nella rete degli acquedotti.

Il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) ha assegnato, nell’ambito del Pnrr, 607 milioni di euro a 21 progetti (su 116 pervenuti) volti a ridurre le perdite di acqua potabile nella rete degli acquedotti. Lo si legge in una nota del ministero.

“Purtroppo – afferma Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – dei 10 progetti presentati da soggetti della nostra Regione, pur essendone stati ammessi nove (uno solo quello non ammesso per mancanza di requisiti), nessuno è stato finanziato. Un vero problema per una regione in cui ben il 37,9% dell’acqua immessa nella rete (dato Istat 2020 per i sette comuni capoluogo) pari a 53 milioni di metri cubi, non arriva ai rubinetti dei veneti”.

“Per la provincia di Verona – spiega Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –, il progetto ammesso ma al momento non finanziato è quello presentato dal Consiglio di Bacino, per Acque Veronesi Scarl, relativo alla digitalizzazione della Rete ldrica di Verona (Progetto D.R.1.VER.). Un intervento del valore totale preventivato di 27 milioni e 560 mila euro, del quale sono stati ammessi a finanziamento, non erogati, 20 milioni e 446 mila euro. Ci saranno ulteriori finanziamenti – prosegue Iraci Sareri– e sarà importante che vengano destinate le risorse necessarie a coprire tutti i progetti, molti dei quali hanno un punteggio elevato. Noi piccoli imprenditori siamo, infatti, fortemente interessati al tema della corretta gestione idrica, dato che, per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’acqua utilizzata nei processi produttivi, le imprese con meno di cinque addetti utilizzano nella maggior parte dei casi acqua della rete pubblica per uso civile mentre le imprese medie e grandi si servono di specifici sistemi di auto approvvigionamento o utilizzano acqua che proviene da infrastrutture a servizio di nuclei e aree industriali. Per questo insistiamo sulla necessità di investimenti per ridurre la dispersione della risorsa idrica a causa delle cattive condizioni delle infrastrutture in regione”.

I progetti “veneti” prevedono un totale di spesa di 198 milioni e 254 mila euro di cui oltre 146 milioni ammissibili a finanziamento per attrezzare le condotte ad uso potabile con strumentazioni e sistemi di controllo innovativi per la localizzazione e la riduzione delle perdite, favorendo una gestione ottimale della risorsa idrica, riducendo gli sprechi e limitando le inefficienze, migliorando allo stesso tempo la qualità del servizio erogato ai cittadini.

Confartigianato Imprese Veneto ha individuato il perimetro delle imprese manifatturiere e di quelle dei servizi alla persona “idro-esigenti” (in base all’indicatore Intensità d’uso dell’acqua di Istat) con un occhio particolare alle Mpi e imprese artigiane. I numeri sono importanti. Sono ben 13.791 le imprese di cui 13.170 Mpi e 8.766 a carattere artigianale attive nei 10 settori manifatturieri “idro-esigenti” che consumano quasi il 70% delle risorse idriche. Vi lavorano oltre 177mila persone (46mila in quelle artigiane). A queste attività vanno a nostro avviso aggiunti i servizi alla persona (lavanderie, acconciatori, estetisti ecc.) che di fatto consumano per uso imprenditoriale acqua in quantità superiore ad una famiglia. In questo perimetro operano sempre in Veneto 16.342 imprese di cui 13.104 a carattere artigiano e danno lavoro a 39 mila addetti.

“In provincia di Verona si parla di 2.224 imprese totali – specifica il presidente provinciale Iraci Sareri – nei 10 settori manifatturieri ‘idro-esigenti’, delle quali 1.374 sono artigiane e impiegano 5.789 addetti. Per i servizi alla persona si aggiungono 2.776 attività del benessere e circa 150 pulitinto lavanderie. Migliorare la sicurezza delle infrastrutture idriche, aumentarne le capacità e ridurre le perdite di acqua è un impegno che va perseguito su tutto il territorio, Le risorse ci sono e vanno concertare dove possono dare i frutti migliori e l’acqua è da considerarsi decisamente un fattore di competitività”.

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