Dall’11 al 15 ottobre 2024 la Biblioteca civica Fioroni festeggerà i suoi primi 60 anni. Per celebrare adeguatamente questo importante traguardo la Fondazione Fioroni, con il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Verona, del Comune di Legnago e con il supporto di Euro & Promos, ha organizzato un ricco programma di iniziative che prevede ben due presentazioni di libri (il primo di questi, finalista del premio Strega 2024), una mostra documentaria sulla storia della Biblioteca e tre incontri/laboratori per bambini, adolescenti e adulti.
Programma
Venerdì 11 ottobre, ore 17.45. Centro Ambientale Archeologico
Presentazione del libro di Raffaella Romagnolo Aggiustare l’universo (Einaudi 2024).
Finalista Premio Strega 2024. Dialoga con l’autrice Stefano Petrocchi (Direttore Fondazione Bellonci)
Sabato 12 ottobre, ore 10.30. Biblioteca Civica Fioroni
Tanti auguri Biblioteca Fioroni. Lettura e laboratorio alla scoperta della storia della Biblioteca Fioroni.
A cura di Samantha Berenzi (Taberna Somnium). Laboratorio su prenotazione (Tel. 0442/20774). Max 15 partecipanti, età 6-12 anni.
Sabato 12 ottobre, ore 16-18. Biblioteca Civica Fioroni
Verso l’ignoto: sulle tracce di Marco Polo.
Laboratorio per adulti a cura di Laura Lenci. Laboratorio su prenotazione (Tel. 0442/20774).
Max 20 partecipanti
Domenica 13 ottobre, ore 10.30. Biblioteca Civica Fioroni
Inaugurazione della mostra Una Biblioteca per la città.
A cura di Federico Melotto e Serena Zandonà. Interviene Federica Formiga (Università di Verona)
Lunedì 14 ottobre, ore 10-12. Centro Ambientale Archeologico.
B come Biblioterapia e come Benessere. Quando i libri sono crescita e cura. Laboratorio per studenti a cura di Marco Dalla Valle
Martedì 15 ottobre, ore 21. Centro Ambientale Archeologico
Presentazione del libro di Paola Dubini “Con la cultura non si mangia”: Falso! (Laterza 2018). Dialoga con l’autrice Federico Melotto (Direttore Fondazione Fioroni)
«Oggi, a distanza di sessant’anni dalla sua nascita» spiega Federico Melotto, Direttore della Fondazione Fioroni, «la Biblioteca Civica Fioroni, perfettamente integrata con il sistema museale della Fondazione Fioroni e della città di Legnago, rappresenta più che mai un vivace punto di riferimento culturale per gli abitanti della Pianura veronese. Nel tempo il suo patrimonio librario si è enormemente accresciuto e oggi – possiamo dirlo con un certo vanto – è tra le tre biblioteche più fornite della provincia, con una sezione antica che la rende unica nel suo genere. Possiamo dare alcuni numeri per capirci meglio: patrimonio librario totale 48.068 libri, 13 sezioni tematiche presenti con 1.790 volumi di archeologia, 9.037 volumi del fondo Barbieri, 4.000 volumi del fondo Biasioli e 3.674 libri del Fondo antico (di cui 35 cinquecentine e 64 seicentine).
«I fruitori di questo importante scrigno culturale», sottolinea Luigi Tin, Presidente della Fondazione Fioroni, «dovrebbero però ricordare quando tutto è nato, quando la Biblioteca ancora non esisteva se non nella mente di una donna visionaria. A Maria Fioroni, dunque, va il nostro pensiero nella speranza che la città sia sempre in grado di rinnovare – e di meritare – il suo grande progetto culturale».
La storia (in pillole) della Biblioteca Fioroni
Attorno alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso l’ambizioso progetto culturale di
Maria Fioroni stava lentamente prendendo corpo: da un momento all’altro si attendeva il
decreto del Presidente della Repubblica che avrebbe sancito la nascita della Fondazione,
destinata a gestire la grande Casa Museo di via Giacomo Matteotti. Tuttavia, quando si
arrivò finalmente alla costituzione dell’ente, nel 1958, la “signorina” non si considerò
pienamente soddisfatta. Mancava ancora qualcosa: una biblioteca pubblica a disposizione
dell’intera cittadinanza.
A dire il vero, era da qualche anno che in città se ne discuteva, senza però raggiungere alcun
risultato concreto. Disinteresse, mancanza cronica di fondi, altre priorità. Nel 1959, dunque,
Maria Fioroni, facendosi carico di un’esigenza ormai percepita da molti, decise di attivarsi
personalmente e di mettere a disposizione i rustici che davano sul cortile interno del
palazzo. Avviò così un percorso destinato a durare circa tre anni e contrassegnato,
purtroppo, dalla scarsa sensibilità dei vari enti pubblici e privati che le lesinarono i
contributi. Ben presto la Fioroni si rese conto che il costo complessivo dell’opera sarebbe
ricaduto quasi totalmente sulle finanze della Fondazione. Ma non si scoraggiò. Diede
comunque inizio ai lavori di ristrutturazione degli ex rustici che proseguirono fino al 1964.
Lo sforzo economico complessivo fu di svariati milioni di lire e la “signorina” contribuì
personalmente mettendo a disposizione i fondi del proprio patrimonio.
Naturalmente, la neonata Fondazione Fioroni si fece carico di tutte le spese di manutenzione
e gestione della nuova biblioteca affidata inizialmente al maestro elementare Giacinto
Marangoni, già vicedirettore della Fondazione Fioroni, e al collega Millo Egidati che
divenne così il primo bibliotecario della Fondazione stessa.
La biblioteca fu aperta eccezionalmente al pubblico sabato 16 maggio 1964, con largo
anticipo rispetto alla data prevista. Ma l’inaugurazione vera e propria avvenne l’11 ottobre
dello stesso anno.
La Biblioteca era composta di tre sale per la lettura e la consultazione, completamente
arredate. A queste si aggiungeva una sala conferenze. Tutte le sale erano dotate di
condizionatori d’aria per l’estate e di riscaldamento per l’inverno, oltre che di un innovativo
sistema d’illuminazione.
La dotazione libraria iniziale fu di circa 6.000 volumi di argomenti assai vari, a questi
bisognava aggiungere i circa 3.000 volumi della biblioteca privata di Maria Fioroni, donati
alla Biblioteca. Vi era inoltre un’emeroteca, fornita giornalmente di una quarantina di testate
tra quotidiani e riviste. E poi altri servizi come la discoteca, fornita di moderne
apparecchiature per l’ascolto e la diffusione di una selezione di incisioni. Infine, il libero
accesso alla struttura, lo scaffale aperto alla consultazione e il prestito a domicilio erano tutti
servizi gratuiti, a connotare il carattere squisitamente pubblico della nuova realtà culturale
fortemente voluto dalla fondatrice e dai suoi collaboratori.