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Rassegna DolomitIncontri 2024: finale con Luca Barbarossa tra musica e parole

La 38^ edizione della Rassegna Culturale DolomitIncontri si concluderà venerdì 30 agosto con il celebre artista della musica italiana Luca Barbarossa. La kermesse letteraria delle Dolomiti conferma con quest’ultimo incontro con l’autore in calendario per l’estate 2024, lo spessore e la qualità della sua proposta, che per tutto il corso della bella stagione ha saputo offrire agli ospiti di San Martino di Castrozza e Primiero eventi di straordinaria rilevanza ed ampio respiro, spaziando dalla letteratura all’attualità, senza dimenticare appuntamenti dedicati alla montagna e i suoi protagonisti. 

Il salotto culturale delle Pale di San Martino ha accolto, infatti, dalla fine di luglio e per tutto il mese di agosto ospiti davvero eccezionali come Gino Cecchettin, Gianluca Gotto, Giuseppe Cruciani, Sigfrido Ranucci, Giovanni Grasso, Matteo Righetto, Krzysztof Wielicki solo per citare alcuni tra i prestigiosi protagonisti del panorama eventi dell’estate di San Martino di Castrozza e Primiero. DolomitIncontri in questa sua 38^ edizione si è contraddistinta per un tema, un filo conduttore che ha idealmente collegato tutti gli appuntamenti in calendario ovvero la parola libertà, che attraverso la viva voce degli ospiti in rassegna è stata esplorata nelle sue diverse declinazioni ed interpretazioni. 

Venerdì 30 agosto toccherà a Luca Barbarossa parlare di libertà e soprattutto del suo nuovo libro edito da La nave di Teso Cento storie per cento canzoni un viaggio illustrato nella musica per i lettori di tutte le età: dal Trio Lescano a Vasco Rossi, da Frank Sinatra a Battisti, dai Watussi a Bob Dylan. 

Il famoso cantautore romano e speaker radiofonico del seguitissimo programma Radio2 Social Club scrive: “Questo libro è la valigia musicale che porterei con me se dovessi partire all’improvviso. Per ricordare chi sono, chi siamo, cosa abbiamo ascoltato e cantato e perché continueremo a farlo.” La canzone è una sintesi basata sull’equilibrio tra musica e parole, preferibilmente melodica, ricordabile, per meritarsi il titolo di canzone. Un po’ come le arie nell’opera, perché è da lì che nascono i primi motivi supportati dalle parole che poi la gente canta e fischia per la strada. La canzone però è soprattutto emozione, vibrazione, evoca luoghi, periodi, sensazioni. È voce, timbrica, intensità interpretativa, virtuosismo o semplicità. La canzone è un grido oppure un sospiro, un sussurro. La canzone è d’amore, quasi sempre. C’è la canzone di protesta, di denuncia, ma le canzoni che cantiamo sotto la doccia, quando fa freddo in motorino, nelle serate con gli amici, nove volte su dieci parlano d’amore. La canzone è immagine, niente come una canzone ti fa vedere, intuire quello che stai ascoltando. La canzone che esce dalla radio, orchestre con cantanti che non vedi ma ti sembra di essere lì con loro, arrangiamenti avvolgenti, fiati, violini, ritmiche. La canzone che entra nelle case con i suoi i divi attraverso la televisione, concorsi, gare, da Sanremo al Cantagiro, dal Disco per l’Estate al Festivalbar, poi MTV, infine i talent. La canzone è concerti, nei club, negli stadi, nei teatri, nelle piazze, fino a Woodstock o Live-Aid. La canzone è disco nel grammofono, nel giradischi, nel mangiadischi, musicassette sparate a palla in macchina, CD, copie pirata, streaming. La canzone è cinema, quando si fermano i dialoghi e parte un pezzo che ti ricorderà per sempre quel film, quella scena. La canzone è ballo sfrenato o ninna nanna, è girotondo. Insomma la canzone è quasi tutto, alzi la mano chi non ha almeno una canzone della vita.  

Andrea Etrari

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