Lavoro in nero e violazione antiriciclaggio, nei guai un money transfer veronese
La Guardia di Finanza di Verona, nel corso di un controllo ai fini dell’antiriciclaggio svolto nei confronti di un money transfer veronese, ha scoperto nove lavoratori «in nero» e constatato numerose altre violazioni alla normativa valutaria. Ha accertato, in particolare, che i lavoratori – tutti originari dell’area asiatica meridionale – erano stati impiegati in assenza di un regolare contratto di lavoro.
I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria scaligero hanno constatato, più in dettaglio, che il personale impiegato «in nero» – sei donne e tre uomini di età compresa tra i venti e i trentadue anni – era solito utilizzare le credenziali del titolare, così sostituendolo illecitamente nella gestione dell’agenzia. La normativa di settore, infatti, non permette l’esercizio dell’attività di money transfer, a soggetti non iscritti in appositi elenchi.
Le nove persone individuate hanno lavorato «in nero» per un totale complessivo di 449 giornate e hanno gestito oltre 3 mila operazioni di trasferimento monetario, sottoscrivendo indebitamente altrettante ricevute di pagamento.
È stato constatato anche un caso di «somministrazione fraudolenta di lavoro», dal momento che una delle persone impiegate risultava essere socio-lavoratore di una cooperativa di autotrasporti facente capo ad un parente dello stesso titolare dell’agenzia di money transfer, il quale l’aveva inquadrata all’interno della cooperativa per sfruttare il regime di maggiore favore a cui le stesse sono assoggettate, ma in realtà occupandola irregolarmente, in via continuativa, come addetta alle operazioni di trasferimento monetario.
È stato inoltre scoperto che lo stesso money transfer ha omesso di segnalare più di 800 operazioni sospette all’Autorità incaricata (l’Unità d’informazione finanziaria della Banca d’Italia – UIF) e di acquisire i flussi finanziari e le informazioni riguardanti ipotesi di riciclaggio e finanziamento al terrorismo. Ben 565 operazioni di trasferimento di denaro contante presentavano gli indici di anomalia individuati dalla Banca d’Italia come potenzialmente caratterizzanti intenti di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Mentre ulteriori 256 operazioni, tutte di importo inferiore a mille euro, erano state invece disposte da mittenti diversi, tuttavia a favore di uno stesso beneficiario e, quindi, anche in questo caso nell’ambito di una delle casistiche di rischio preindividuate.
Nei diciotto mesi di gestione, attraverso il suddetto money transfer, era stato trasferito denaro verso un’area asiatica considerata ad alto rischio di riciclaggio per un totale di circa 3,6 milioni di euro, senza che questi avesse applicato alcuna misura di adeguata verifica rafforzata dell’identità della clientela.
Per gli anzidetti motivi al termine dell’ispezione la posizione del titolare del money transfer e del titolare della cooperativa di autotrasporti è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Verona per le ipotesi di reato di abusivo esercizio dell’attività di agente in attività finanziaria e somministrazione fraudolenta di lavoro; nei confronti del medesimo money transfer sono state, inoltre, elevate sanzioni amministrative per un importo di oltre 180 mila euro in relazione all’impiego di lavoro in nero, nonché proposte analoghe sanzioni amministrative da un minimo di 30 mila ad un massimo di 300 mila euro per le constatate violazioni in materia antiriciclaggio, in relazione alle cui irregolarità la suddetta agenzia ora rischia di vedersi revocata l’abilitazione all’esercizio dell’attività.
L’operazione di servizio svolta dalla Guardia di Finanza veronese testimonia il costante impegno del Corpo sia nella difesa del lavoro regolare, attraverso la lotta ai fenomeni di sfruttamento della manodopera e alle altre gravi forme di prevaricazione in danno dei lavoratori, sia nel controllo dei circuiti di pagamento alternativi al sistema bancario, indispensabile per intercettare possibili operazioni di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.