
Le origini di questa tecnica olistica di medicina naturale sono antichissime. I primi trattamenti terapeutici basati sul massaggio dei piedi risalgono al 5000 a.C. e furono effettuati in Cina e in India, Paesi questi dove già si utilizzava la pressione delle dita per correggere e apportare benefici ai campi di energia dell’organismo, come succede con la digitopressione, l’agopuntura, lo shiatsu.
Nella tomba di Saqqara, in Egitto, a Sud del Cairo, vi è un affresco risalente a 4300 anno fa circa, dove sono raffigurati i massaggi ai piedi, forma di riflessologia plantare appunto, che gli egizi si scambiavano tra loro.
In Occidente questa tecnica arriva intorno al XX secolo. Fu W. Fitzgerald otorinolaringoiatra statunitense ad introdurre per primo questo tipo di terapia: elaborò un metodo definito terapia zonale che consisteva nell’esercitare una pressione in certi punti del corpo, sia con le mani che con speciali strumenti. Divise il corpo in dieci zone lungo le quali scorre l’energia vitale, dagli alluci alla testa e in alcuni casi, riuscì addirittura a ottenere un effetto anestetico per contrastare la presenza di dolore in una specifica zona. Tale forma di riflessologia fu, poi, adottata da numerosi dentisti. Intorno agli anni ’30 del secolo scorso E. Ingham pubblicò dei libri a riguardo concentrandosi soprattutto sulla digitopressione legata ai piedi. Negli anni ’50 la riflessologia plantare venne introdotta in tutta Europa e adoperata in modo proficuo da fisioterapisti e da operatori olistici e del benessere.
Oggi la riflessologia plantare è considerata complementare alla medicina tradizionale, nel senso che è una forma di medicina non convenzionale che completa le metodiche, i protocolli di trattamento classici di una patologia.
Tale terapia olistica prende spunto dalla MTC, la medicina tradizionale cinese, ed è sostanzialmente una forma di microstimolazione che attraverso particolari stimoli e compressioni effettuati su specifiche zone di mani e piedi consente di capire, trattare e talvolta anche prevenire alcune disarmonie.
La riflessologia plantare, partendo dal presupposto che l’essere umano è unione inscindibile di corpo, mente e spirito, emozioni comprese, si basa sul caposaldo che le zone riflessogene di mani e piedi sono corrispondenti a organi interni e ad altre parti del corpo: ogni zona del piede è collegata tramite una terminazione nervosa ad una zona della colonna vertebrale che la mette in diretto contatto con un organo.
Dott.ssa Federica Zanca
Testo raccolto da Andrea Etrari