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Ricerca in salute mentale, l’Università di Verona collabora con l’OMS

Il dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Univr ospita il Centro collaboratore dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e porta avanti da anni progetti per la ricerca e la formazione in merito alla salute mentale.

REDEFINE, del quale sono appena stati presentati i risultati, è un progetto scientifico finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del programma quadro Horizon 2020 e coordinato dal Centro Oms dell’Università di Verona. Giunto alla sua conclusione nel 2020, lo studio ha dimostrato che nei migranti con disagio psicologico è possibile prevenire l’evoluzione di tale disagio in patologie psichiatriche utilizzando un intervento psicosociale semplice, economico e applicabile su larga scala sviluppato dall’Organizzazione mondiale della Sanità

Un nuovo progetto, denominato RESPOND (“Respond, Improving the Preparedness of Health Systems to Reduce Mental Health and Psychosocial Concerns resulting from the Covid-19 Pandemic”), ha recentemente ricevuto un finanziamento di oltre sei milioni di euro e vede l’ateneo veronese in prima linea per i prossimi tre anni nelle ricerche in questo settore assieme ad altri centri in Europa: Paesi Bassi, Spagna, Belgio e Francia.

Il Centro ha iniziato le proprie attività il 23 febbraio 1987 grazie alla visione strategica di Michele Tansella, già professore ordinario di Psichiatria dell’ateneo scaligero. Dal febbraio di quell’anno, il Centro di Verona ha mantenuto questo ruolo all’interno dell’Oms, rivestendo incarichi di prestigio e collaborando a progetti che hanno influito sulle politiche sanitarie in termini di salute mentale su scala internazionale.

Coordinato da Corrado Barbui, docente ordinario di Psichiatria e direttore del dipartimento, ospita ricercatori con competenze e formazione diversificate, tra cui psichiatri, psicologici, statistici, esperti di salute pubblica, di aspetti economici e nella valutazione dei servizi psichiatrici.

S.G.

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